Abolito il ticket aggiuntivo di 10 euro sulle prescrizioni ambulatoriali: quelle emesse – è bene sottolinearlo – dal primo settembre 2020. Dunque, da oggi addio a un balzello pesante, una remora a curarsi per le famiglie con reddito complessivo sopra la soglia d’esenzione (circa 36.000 euro lordi) ma non certo ricche. Fatto grave, e pericoloso, specie ai tempi del Covid. Nel darne notizia, però, molti ‘media’ fanno risalire la sovrattassa al 2011. Il Gazzettino, che è preciso e registra tutto ciò che può incidere sul nostro territorio nel campo delle politiche sanitarie, è risalito alla fonte: la ‘finanziaria’ del 2006. Il numero di gennaio 2007 rilevava infatti nell’articolo ‘L’invasione degli ultra-ticket’ – che parafrasa il titolo di un film fantascientifico anni ’50 di Don Siegel (‘L’invasione degli ultracorpi’): “Sui liguri piovono nuovi ticket regionali (…) Il mugugno cresce. Specialmente pesante è il rincaro del ticket per le prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale: oltre alle solite tariffe previste per le varie prestazioni, dal primo di gennaio gli assistiti non esenti sono tenuti al pagamento aggiuntivo di una quota fissa di 10 euro su ogni ricetta. Il che significa, per esempio, che se un cittadino non esente per età o altre ragioni deve fruire di analisi di laboratorio trascritte su due ricette (ognuna ne può contenere per legge sino ad otto), anziché pagare, come sino al 31dicembre 2006 – poniamo – 40 euro per le tariffe delle prestazioni prescrittegli, dal primo di gennaio 2007, invece, deve pagare, oltre a quei 40 euro, altri 20 euro: 10 euro per ciascuna delle due ricette, con un aumento secco, nel caso di specie, del 50% della spesa. Alla faccia del tasso programmato di inflazione”. Ora, dopo tredici anni, si cambia. Con un ministro chiamato Speranza…
Marco Bonetti
certo dobbiamo dire grazie ala ministro Speranza, non alla regione che vuole prendersene il merito in vista della elezioni