Gazzettino Sampierdarenese

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Intervista a Gianfranco Angusti sui depositi petrolchimici

Dic 4, 2022

Abbiamo intervistato Gianfranco Angusti, presidente di Officine Sampierdarenesi e storico leader della Filt-Cgil genovese e nazionale e uno dei maggiori esperti italiani di organizzazione del lavoro e di problemi portuali, a proposito del trasferimento dei depositi petrolchimici da Multedo a Ponte Somalia.

– Gianfranco Angusti, lei sta combattendo fin dall’inizio, quella che ha definito la battaglia per la vita, contro lo spostamento dei depositi chimici a San Pier d’Arena, un progetto che la cittadinanza tutta ha sempre fortemente contestato e respinto, tanto è vero che in questa battaglia le Officine Sampierdarenesi che hanno organizzato manifestazioni, presentato ricorsi ed esposti non si sono mai trovate da sole. Attualmente, quale presidente di Officine Sampierdarenesi, è riuscito nell’intento di farsi ascoltare e di confrontarsi sull’argomento con il presidente dell’Autorità del Sistema Portuale di Genova Paolo Signorini, cosa può dire a proposito ai lettori del Gazzettino?

Nel mese di ottobre abbiamo richiesto al presidente Signorini, un incontro urgente sul tema, molto attuale e altrettanto scottante del dislocamento dei depositi petrolchimici a Ponte Somalia cui ritenevamo indispensabile, oltre alla nostra presenza, anche quella del presidente del Municipio II Centro Ovest Michele Colnaghi, così come quella dei Comitati espressione della cittadinanza nella zona interessataIl 15 novembre, ci siamo incontrati a Palazzo San Giorgio, da una parte il presidente dell’Autorità del Sistema Portuale di Genova Paolo Signorini, il segretario generale di AdSP Paolo Piacenza ed il direttore tecnico di AdSP Giuseppe Canepa e dall’altra, il presidente del Municipio II Centro Ovest Michele Colnaghi e il sottoscritto insieme a una delegazione di Officine Sampierdarenesi. Il presidente e gli altri membri dell’Autorità del Sistema Portuale di Genova si sono mostrati aperti al dialogo, convenendo con noi l’apertura di due tavoli di confronto, uno tecnico ed uno sociale, in maniera che anche le ragioni della cittadinanza fossero finalmente considerate voci in capitolo per l’esame da parte della Conferenza dei Servizi”.

– Dopo questa dichiarazione di intenti, quale è stata la evoluzione dei contatti appena allacciati?

“Il 2 dicembre c’è stata una prima riunione presso la Direzione Tecnica dell’Autorità del Sistema Portuale di Genova cui hanno partecipato il direttore tecnico di AdSP Giuseppe Canepa, il presidente del Municipio Centro Ovest Michele Colnaghi, e una delegazione, da me guidata, di Officine Sampierdarenesi. È stato un incontro molto lungo, cinque ore di confronto estremamente utile che è servito soprattutto a rappresentarmi un quadro più chiaro della situazione che potrebbe portare anche a nuovi scenari e a prospettive diverse”.

– Una situazione non ancora definitiva ma in evoluzione?

“Non esiste ancora un progetto definitivo per il trasferimento dei depositi a Ponte Somalia e a tutt’oggi, questo piano non è stato presentato da Superba e Carmagnani che hanno solo predisposto un ATF (Adeguamento Tecnico Funzionale) e dovrebbero completare il progetto definitivo entro il mese di dicembre. Al momento c’è dunque solo l’ATF, peraltro riportato sul sito ufficiale dell’Autorità Portuale che è un documento tecnico preliminare che appunto è stato presentato dall’Autorità del Sistema Portuale di Genova al Consiglio Superiore dei lavori pubblici, che ha dato parere positivo accompagnato da una serie di prescrizioni da rispettare per ottenere il via libera, che coinvolgono altri Enti, tra cui la Capitaneria di Porto, i Vigili del Fuoco e l’Enac, che saranno chiamati a pronunciarsi in merito”.

– A questo punto mi sembra che lei non si senta di escludere nessuna ipotesi.

I tecnici dell’Autorità del Sistema Portuale non mi hanno escluso in assoluto nessuna ipotesi e per questo motivo non mi sento di affermare che i giochi siano definitivamente chiusi. Anzi lo scenario resta aperto fino a prevedere anche l’opzione zero che noi sosteniamo da sempre. C’è ancora un aspetto da valutare che potrebbe risultare decisivo per l’installazione dei serbatoi a Ponte Somalia e riguarda la possibile autorizzazione al trasferimento, ma alle stesse condizioni di Multedo, vale a dire con numero di serbatoi e spazi analoghi e non nettamente superiori a quelli attuali. Per concludere voglio aggiungere che attualmente nel Porto di Genova la situazione è molto fluida e che tutto mi sembra oggetto di studio e di riflessione, compresi anche i tombamenti nelle aree intorno alla Lanterna, ampiamente annunciati anche se non esistono ancora autorizzazioni né ufficiali né  definitive“.

Gino Dellachà

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