Sabato 18 novembre una grande manifestazione di protesta ha portato in strada circa 2500 persone tra cittadini, associazioni e comitati civici della Valpolcevera e di San Pier d’Arena, residenti di quartieri periferici di quella Genova che forse poi tanto meravigliosa non è. Il raduno come previsto è avvenuto alle 10, dopodiché i manifestanti sono partiti in contemporanea, a San Pier d’Arena dai giardini Pavanello di via Reti e a Rivarolo dal castello Foltzer, per incontrarsi alle 11 e 30 nella Radura della Memoria, luogo simbolo, sotto il nuovo ponte San Giorgio. Hanno gridare il loro NO alla linea merci del Campasso e hanno ribadito che non vogliono che i treni che trasportano merci pericolose passino a pochi metri dalle case e dalle scuole, su binari, sotto e attraverso il centro abitato di San Pier d’Arena, del Campasso, di Certosa e di altre zone cittadine e hanno chiesto a gran voce, che venga valutata una soluzione alternativa ai progetti di Rfi. Si sono riuniti anche per dire NO e per protestare contro il dislocamento da Multedo dei serbatoi di Superba e di Carmagnani, perché non accetteranno mai l’imposizione di 74 depositi chimici a Ponte Somalia a meno di trecento metri dalle abitazioni. E, infine, per riaffermare la loro ferma opposizione all’inquinamento acustico ambientale, all’invivibilità dei quartieri, al rischio della chiusura dei negozi e alla svalutazione delle case e per richiedere alle istituzioni più attenzione e cura per questi territori e per le persone che vi abitano. Uniti in questa manifestazione per chiedere progetti alternativi che garantiscano sicurezza, salute e vivibilità ai cittadini, erano presenti il Comitato Liberi Cittadini Certosa, le Officine Sampierdarenesi “Gianfranco Angusti” e con l’adesione della Rete Genovese dei Comitati, numerosi Comitati, Circoli, Associazioni e anche Consigli pastorali di San Pier d’Arena, Campasso, Certosa, Rivarolo, Fegino e Trasta. I cittadini sono scesi in piazza, uniti e compatti ad esprimere la loro ferma contrarietà ai progetti, peraltro sempre calati dall’alto, del nodo ferroviario e del dislocamento dei depositi chimici a Ponte Somalia, che considerano uno dei tanti esempi di gestione sbagliata del territorio che si ripercuoterà non solo sulla Valpolcevera e su San Pier d’Arena, ma su tutta Genova. All’origine delle proteste si è evidenziata la preoccupazione dei cittadini per il proprio futuro e il proprio territorio e lo ripetiamo, è per questo che continuano a chiedere una soluzione alternativa ai progetti del Comune e delle Ferrovie perché siano garantite sicurezza, salute e vivibilità e temono fortemente anche l’impatto ambientale delle grandi opere e dei progetti che interessano queste aree della città e anche i rischi di desertificazione dei quartieri dovuti alla chiusura delle attività commerciali.
Giornata, dunque, di grande mobilitazione con doppio corteo che si è conclusa alla radura della Memoria con gli interventi di Enrico D’Agostino presidente del Comitato Liberi Cittadini Certosa, di Federico Romeo presidente del Municipio della Valpolcevera, di Michele Colnaghi presidente del Municipio Centro Ovest, e dei presidenti del Comitato Via dei Landi, del Comitato Via Cà dei Trenta, del Comitato di Borzoli e Fegino e di Officine Sampierdarenesi “Gianfranco Angusti”. Successivamente i presidenti dei due Municipi ed i rappresentanti dei Comitati e delle Associazioni presenti si sono trasferiti in Comune dove hanno incontrato il vicesindaco Pietro Piciocchi.
Gino Dellachà
18 novembre: doppio corteo di protesta in Valpolcevera e a San Pier d’Arena
