Una serie di incontri con la Città (Meeting 14 – 15 giugno 2024 all’Auditorium Eugenio Montale del Teatro Carlo Felice) per confrontare idee, proposte, pratiche, denunce. Per costruire un racconto, una narrazione che vuole sostenere la conoscenza, il dialogo e testimoniare saperi ed esperienze,
Una narrazione che ha radici nel diritto e propone alternative alle derive più autoritarie per la tutela del Bene Comune. Si tratta di un bene comune tangibile che riguarda tutte le risorse umane, naturali e culturali di un territorio e dei suoi molteplici linguaggi. Il bene comune è multiforme come multiformi sono le identità di una città, di un territorio. Identità mescolate e stratificate che esprimono il rapporto con il tempo e con la storia di un luogo. Parlare del bene comune e della sua tutela può dare maggiore senso alla convivenza ed alla condivisione, alle comunità, ridefinendo di volta in volta lo stesso concetto di identità dei luoghi.
Un Bene che riguarda le pratiche solidali, la democrazia partecipativa e responsabile, l’attivismo civico.
Maggiore è la tutela e la cura di un bene comune e maggiore sarà il livello di cultura e civiltà espresso da un territorio.
Genova sta attraversando una grave crisi politica e sociale e forte è la spinta alla mobilitazione ed alla partecipazione della cittadinanza che vuole riaffermare la centralità della persona, i bisogni e le reali esigenze della gente, il primato della relazione, le rappresentanze più diversificate del territorio.
Vogliamo parlare di pratiche partecipative, di salute e di cura, di uno sviluppo urbano verde, etico e sostenibile, promuovere fonti di energia rinnovabili, pratiche di consumo e di produzione eque, una economia basata sulla tutela del Bene Comune e non sul suo sfruttamento.
Vogliamo denunciare progetti dissennati e dannosi , abusi e illeciti, carenze strutturali ma soprattutto individuare soluzioni concrete e praticabili, proposte e idee innovative.
Vogliamo parlare di diritto alla città, di dialogo interculturale e intergenerazionale.
Per realizzare un cambiamento crediamo sia necessario superare divisioni, l’abitudine a settorializzare e a circoscrivere ambiti, discipline, culture e territori per disegnare in maniera unitaria un futuro per Genova e per la Liguria.
A Genova la Rete dei Comitati sta cercando di affermare il diritto di partecipazione della cittadinanza ai processi decisionali che riguardano le trasformazioni dei territori in cui vivono, cercando di tracciare una rotta. Di contestare scelte calate dall’alto e imposte dall’oggi al domani senza alcun ascolto delle reali esigenze delle persone.
Si tratta di comitati, gruppi e associazioni differenti ma adiacenti, che affrontano problemi comuni e criticità specifiche dei loro luoghi dando forma alla mobilitazione, ad azioni di protesta e di proposta.
Il meeting “Genova Bene Comune. Quale futuro per la città“ ha riunito in otto tavoli tematici istanze, idee, saperi e pratiche diverse cercando di tessere una rete di scambio di beni comuni. Una narrazione collettiva che ha a che fare con l’esperienza e l’ideazione per confrontarci e interrogarci sul futuro della città, oltre i suoi confini.
Non si può parlare di Genova senza parlare della sua aria, (sempre più irrespirabile), del suo mare, del suo entroterra così intrecciato e legato alla città. Del lavoro e della cultura dell’apprendimento che sono parti indissolubili dell’identità di Genova. Della cura indispensabile alla salute e alla vita delle persone e di quanto può renderla più piacevole e dignitosa.
Del grande patrimonio che rappresenta la meravigliosa biodiversità del territorio ligure.
Genova ha dovuto affrontare catastrofi di ogni genere ma soprattutto disastri e crisi, anche recenti, che hanno origine nella irresponsabilità, nella superficialità, nel menefreghismo e nell’incuria, nel malaffare e nella corruzione politica. Tutto questo ha fortemente messo in discussione il cosiddetto modello Genova ed un ‘idea di sviluppo fallimentare che ha minato interi settori produttivi. Riteniamo che questa crisi non debba essere affrontata con le solite logiche emergenziali/compartimentali (ispirate da un pensiero a breve termine) ma in maniera unitaria, attraverso la contaminazione delle discipline, delle conoscenze, delle scienze, delle pratiche e delle esperienze concretamente vissute.
Futuro deriva dal verbo futurus, participio futuro del verbo essere, indica una dimensione non ancora esistente ma immaginabile, un pensiero a lungo termine. Invece siamo inclini a non esplorare un futuro remoto, generazionale, e lo sguardo corto, troppo spesso miope della classe dirigente non apre ad una visone ampia.
Genova ha necessità di dee e progetti lungimiranti per veicolare futuro in maniera ampia, laterale, inclusiva, complementare,
Il meeting vorrebbe essere solo l’inizio di un possibile culturale e politico, di una ricerca che ci auguriamo possa continuare nel tempo per produrre ibridazioni, innovazione e un reale, radicale cambiamento per Genova e la Liguria.
Una porta aperta su di un futuro che vogliamo poter scegliere e decidere.
Daniela Galleano
Aretè Gruppo per la cittadinanza attiva Genova
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