Gazzettino Sampierdarenese

Il mensile di San Pier d'Arena online

Con che cosa sostituiscono l’olio di palma?

Ott 1, 2016

olio_di_palma

Dopo milioni di tonnellate di olio di palma e derivati, ecco che è scoppiata da un po’ di tempo la pubblica repulsione per questo grasso vegetale. Le martellanti azioni degli ecologisti, che da tempo denunciano abbattimenti di foresta per far posto a piantagioni di palma, sembrano aver la meglio. Pur consci di addentrarci in un terreno assai insidioso, visto che oggi tutto è solo feroce lotta tra guelfi e ghibellini sostenuta dai social network sull’onda dell’emotività, noi siamo convinti che questa campagna alti-palma sia decisamente eccessiva. A ben pochi viene il sospetto che certe “verità” siano messe in giro ed enfatizzate da fortissimi interessi contrapposti, felici che venga demonizzato un prodotto per favorire la diffusione del proprio. Chi si ricorda più della campagna violentissima degli anni ’70 contro l’olio di colza canadese ed europeo, fatto passare per sicuro cancerogeno quasi fosse stato amianto, e chi se ne avvantaggiò? I coltivatori di soja, mais e girasole, guarda caso ampiamente prodotti negli USA. Quando si capì che i toni ed i dati “scientifici” erano ampiamente gravati in negativo da interessati “esperti”, il danno era già stato fatto, e si rimediò con una modifica genetica al contenuto di acido erucico della colza per tranquillizzare tutti. Oggi quindi mangiamo, ignari, olio di colza modificato.  Per l’olio di palma abbiamo la forte sensazione che la storia si ripeta, anche se le cose stanno su piani diversi. Che le piantagioni abbiano preso il posto di folte foreste asiatiche, nelle quali viveva il pacifico orang-outang è vero, e che questo grasso dopo l’idrogenazione (in raffineria) divenga simile al burro ciò è risaputo, ma nessuno dice quanto lavoro è stato generato per popolazioni che altrimenti nulla avevano se non la miseria, creando un’economia nuova. Si tace accuratamente sui paesi africani (da dove la palma è originaria) affamati in tutti i sensi e sempre alla ricerca di qualche risorsa efficace per la misera popolazione. La risposta che si evince da questa moda? Gli africani si arrangino, mentre gli orang-outang siano salvati! E le distese americane di soja non hanno sfrattato nessuno? Difficile sostenerlo, basta chiedere ai nativi rimasti o pensare ai bisonti ed altri animali una volta ampiamente presenti. Le organizzazioni dei produttori di olio di palma svolgono continui test scientifici, fornendo ampio materiale a chiunque voglia informarsi correttamente. Ma tant’è….ormai la moda, anzi, la mania, dilaga. Non c’è spot televisivo di biscotti, merendine ed altri prodotti da forno che non contenga un rassicurante: “senza olio di palma”, guardandosi però attentamente dal dire chiaro con quale altro grasso lo abbiano sostituito. Si sorvola sul fatto che il peggior nemico della nostra salute è l’eccesso di grassi, animali in primis ma anche vegetali, e che mangiare soja o mais o colza o girasole o margarina al posto del palma non corrisponde certo a nobilitare del tutto quel biscotto. C’è poi chi “riscopre” il burro, grasso le cui caratteristiche da lungo tempo sono state evidenziate come fattore di aumentato rischio per la nostra salute ma…oggi c’è sicuramente chi crede che tolto il palma… tutto sia risolto! Vedete come siamo ingenui a volte? Ci raccontano un cosa nella pubblicità e noi ce la beviamo (anzi, mangiamo) senza fiatare e soprattutto senza sospettare che ci stiano usando per i loro scopi. D’altra parte, come possono le grandi aziende che spendono fortune in marketing far finta di niente? Se certuni dichiarano “senza olio di palma”, ecco che tutti lo fanno immediatamente, e così c’è pure quello che dice: “da sempre senza olio di palma”, come dire: “vedete? Ora tutti vengono nel nostro caruggio, ma noi siamo stati i primi!” Insomma, troviamo sinceramente eccessiva questa gara a liberarsi di un grasso a nostro avviso ingiustamente criminalizzato, ma così è la vita, ed a volte si ha bisogno di demonizzare altri per santificare se stessi. Tutto già ampiamente visto e praticato da secoli. Sorprende però che ci sia sempre chi ci casca, magari in buona fede, ma senza un tentativo minimo di informarsi se il “demonio” sia solo quello che si sta bruciando o se anche i giustizieri che ballano intorno alla pira non abbiano per caso qualche ragione per distrarci dalle proprie nefandezze. Leggete: http://www.legatumori.genova.it/le-news/alimentazione-e-dieta/284-olio-di-palma. Tutto ciò in attesa che sul rogo venga arso qualcun altro, non appena emergerà un avversario potente più di lui.

Pietro Pero

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.