Gazzettino Sampierdarenese

Il mensile di San Pier d'Arena online

Per chi suona la campana

Gen 31, 2018

Tranquilli,  non intendiamo emulare Ernst Hemingway. Prendiamo solo a prestito momentaneamente il titolo di un suo famosissimo romanzo ritenendo che sia adatto all’argomento. Ecco il punto: la chiesa di Nostra Signora del Santissimo Sacramento (per tutti “L’Adorazione Perpetua”) costruita negli anni ’30 del ‘900 tra via G.B.Monti e Via Farini, costituisce uno dei maggiori punti di riferimento per chiunque desideri accostarsi al Sacro, entrando in un luogo di pace, di raccoglimento, di ambiente adatto per la preghiera personale e comunitaria. Quale allora il problema? Le campane, manco a dirlo. Il parroco ci ha confermato come esse siano usate con criterio essendo il tempio divenuto nel corso degli anni sempre più circondato da abitazioni. Un breve scampanio per l’Angelus e poco di più, cioè ad ogni ora l’orologio della torre diffonde un brevissimo brano tratto da un canto eucaristico. Tutto qui? Si, tutto qui e da almeno un’ottantina di anni, ma recentemente un cittadino proveniente da un paese islamico si è rivolto ad uno studio legale per far cessare quello che a suo avviso è un tormento. Le Autorità ecclesiastiche, ovviamente sorprese dalla comunicazione formale, hanno subito scelto il basso profilo, secondo la lodevole intenzione di non innescare alcuna guerra di religione o simile, ma la gente della parrocchia (e non solo) è insorta con fermezza di fronte a quello che viene considerato un tentativo di far cambiare da parte di un neo-arrivato abitudini inveterate. Viene fatto osservare da più parti come su tali argomenti non esista e nemmeno sia prevedibile una certa reciprocità. Chiunque abbia soggiornato in un qualsiasi paese islamico sa bene che se avesse osato chiedere alla moschea più vicina di ridurre o eliminare i numerosi ed insistenti richiami alla preghiera emessi dai Muezzin in diverse ore del giorno, sicuramente gli sarebbero derivati seri problemi come possibile anti-islamico se non addirittura blasfemo, con forte rischio di carcere o persino della vita. Perché dunque si dovrebbero cambiare usi e costumi secolari solo per compiacere l’ultimo arrivato? Inoltre, se si trattasse di rumore assordante e fastidioso sarebbero dovute intervenire le autorità misurando i decibel ed invitando la parrocchia a rientrare nei limiti di legge. Risulta invece che quelle campane suonino a livelli ben inferiori a quanto prescritto.  Ci pare quindi che lo stile ed il profilo scelto dalla parrocchia e dalla Curia siano corretti: nessuna guerra, tanto meno crociata, ma ferma difesa delle nostre tradizioni. Importante è stato il parere dell’Imam Salah Husseini della comunità Islamica genovese, noto per essere persona dialogante e tollerante.  Non ha condiviso l’iniziativa legale ed ha sottolineato come la collaborazione del suo centro islamico con istituzioni cattoliche sia costante e priva di qualsiasi asperità o contrapposizione inutile. L’argomento campane, specie da metà ottocento in poi, costituisce purtroppo per atei o avversari vari un pretesto per tentare di ridimensionare la presenza cristiana in Italia e non solo. Ci sentiamo però di dire come i fastidi a cui porre rimedio siano ben altri, e l’essere periodicamente richiamati ad un pensiero più elevato da un suono di campane non può altro che fare bene a chiunque, purché in limiti accettabili di rumorosità, beninteso.

Pietro Pero

1 commento su “Per chi suona la campana”
  1. Bravo Pietro Pero;come sempre moderato e super partes.
    Recita un vecchio adagio: “paese che vai,usanze che trovi”, quindi, se non ti va bene, …………….. tornate a casa tua!!!!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.