Gazzettino Sampierdarenese

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“Abai”, debutto italiano dell’opera kazaka al Teatro Carlo Felice

Ott 31, 2018
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Dopo il grande successo ottenuto a New York e Parigi, il Teatro dell’Opera di Astana (capitale del Kazakistan), giovedì 8 novembre alle ore 20.00, al Teatro Carlo Felice, porterà in scena, per la prima volta in Italia, l’opera “Abai”, ritenuta capolavoro del teatro lirico in lingua kazaka. Si tratta del terzo anno di collaborazione tra il Teatro Carlo Felice ed il Teatro dell’Opera di Astana, un rapporto che cresce e si arricchisce con questo nuovo spettacolo e che, grazie al linguaggio universale della musica, rinsalda il legame tra le due nazioni. Una serata che ci permetterà di ritrovare sul podio, a dirigere l’Orchestra ed il Coro del Teatro Astana Opera, Alan Buribayev, giovane direttore kazako, Direttore Principale dell’Astana Opera, diplomato presso il Conservatorio di Almaty in Kazakistan, pluripremiato ai più importanti concorsi di direzione d’orchestra internazionali, applaudito nella precedente Stagione Sinfonica, nel concerto del 24 febbraio scorso. L’opera vede come protagonista il poeta nazionale del Kazakistan, Abai Kunanbaev (1845-1904), figura leggendaria per il suo paese: fondatore della letteratura kazaka che, prima di lui si limitava ad una poesia non scritta, al canto anonimo di un popolo nomade delle steppe, tramandato oralmente di generazione in generazione. L’opera in due atti, composta nel 1944, non solo lo celebra come intellettuale, ma anche come punto di riferimento etico e morale, in una storia che lo vede pubblicamente impegnato a cercare di superare i conflitti tra clan che ostacolano le nozze tra il suo allievo prediletto Aidar, con l’amata Ajar. Il libretto è di Mukhtar Auezov (1897-1961), scrittore kazako, per il quale Abai non fu solo il poeta preferito, ma anche una importante guida spirituale. La musica di Latyf Khamidi e Akhmet Zhubanov si ispira a canzoni folkloriche kazake, alla musica del popolo, com’è nella tradizione delle opere slave, con cori vigorosi degni di Musorgskij e canti dalla vena melodica e genuina. La regia di Giancarlo del Monaco, viene qui ripresa da Yesmukhan  Obayev, le coloratissime scene sono firmate da Ezio Frigerio, mentre i bellissimi costumi sono stati ideati da Franca Squarciapino, la progettazione di Sergio Metalli, luci di Vinicio Cheli e le coreografie di Tursynbek Nurkaliyev e Galiya Buribayeva.

gb  

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