Prendiamo a prestito il titolo del celebre film del 1967, diretto da Marco Bellocchio, segnalando che il Teatro Carlo Felice, dopo la pausa estiva, riapre le porte con una novità assoluta di grande rilievo artistico e culturale: Marco Polo, opera in tre atti, un prologo e un epilogo, di Enjott Schneider, con integrazioni compositive di Shaosheng Li, su libretto di Wei Jin. L’opera è stata commissionata dal Governo della Repubblica Popolare Cinese per celebrare la “Nuova via della seta”, annunciata nel 2013 dal Presidente Xi Jinping, ed è frutto di una imponente cooperazione produttiva tra China Arts & Entertainment Group Ltd, Guangzhou Publicity Office, Guangzhou Municipal Culture, Radio, Television and Tourism Bureau, CPAA Theatres e Silk Road International League of Theatres, China Arts & Entertainment Group, We Opera Studio Holding Ltd, per la Guangzhou Opera House, dove ha debuttato con grande successo il 4 maggio 2018. La rappresentazione al Teatro Carlo Felice , il 29 settembre ed il 1° ottobre, risulta prima esecuzione europea (preceduta da un’anteprima in forma di concerto al Teatro Dal Verme di Milano il 22 e 24 settembre). L’importante evento si è reso possibile grazie alla stretta collaborazione tra l’ente lirico sinfonico genovese e l’Opera di Guangzhou: il Teatro Carlo Felice, infatti, mette a disposizione della produzione cinese il palcoscenico, l’Orchestra, il Coro e la sua macchina scenica all’avanguardia per un’opera-kolossal che richiede risorse tecniche non comuni. Marco Polo, infatti è una sorta di grand-opéra del nostro tempo, con grandi scene di massa, e balletti spettacolari. Un ruolo decisivo, dunque, per una resa teatrale adeguata alle intenzioni monumentali e cinematografiche dell’opera, hanno la regia di Jingfu Shi, le scene e i video di Luke Halls (un’impostazione scenografica con elementi “virtuali” che il Teatro Carlo Felice ha già sperimentato nella fortunata Aida della stagione scorsa) e le coreografie di Hongxia Yan e Luisa Baldinetti. La prima rappresentazione europea di Marco Polo al Teatro Carlo Felice è anche l’occasione per festeggiare due importanti ricorrenze: il 50° anniversario delle relazioni diplomatiche tra Italia e Cina e il 70° anniversario della proclamazione della Repubblica Popolare Cinese. L’opera sarà cantata in lingua cinese, con sovratitoli in italiano: una sfida avvincente per il tenore Giuseppe Talamo, protagonista nel ruolo del titolo e per il Coro del Teatro, il cui lavoro di preparazione, sotto la guida del Maestro Francesco Aliberti, è iniziato molti mesi fa. Sul podio, uno dei più importanti direttori d’orchestra cinesi, il Maestro Muhai Tang, che ha iniziato la sua carriera internazionale nel 1983, quando Herbert von Karajan lo invitò a dirigere la Filarmonica di Berlino. La vicenda dell’opera è ispirata al celeberrimo “Milione”, in cui lo stesso Polo raccontò, nel 1298, le sue incredibili avventure in Oriente. Il librettista Wei Jin ha aggiunto un elemento di finction, immaginando una complicata storia d’amore tra il protagonista e l’affascinante Chuan Yun, interpretata da Xiaotong Cao, sullo sfondo delle lotte tra la dinastia Song e il regno di Mongolia. C’è anche Genova, in questa vicenda, come storicamente è giusto: l’opera, infatti, inizia e termina nelle carceri di Palazzo S. Giorgio, dove Marco Polo, prigioniero in seguito alla rivalità tra la Repubblica di Genova e quella di Venezia, dettò “Il Milione” allo scrittore Rustichello da Pisa, suo compagno di prigionia. Il compoisitore tedesco Enjott Schneider, famoso per le sue colonne sonore, ha musicato la storia di Marco Polo servendosi di un’infinità di tecniche compositive, padroneggiate con maestria: dalla musica per il cinema più “epica”, alla scala pentatonica orientale, dalle atmosfere sonore alla Turandot, a affetti sperimentali di forte suggestione evocativa, Il risultato è una musica coinvolgente, originale, ma accessibile a tutti, che il direttore Tang definisce quella di “un moderno Wagner”.
gb