In un Teatro Carlo Felice gremito in ogni ordine di posti, ha ottenuto entusiastici consensi “Béatrice et Bénédict” di Hector Berlioz, opera inaugurale della stagione lirica 2022/23, alla sua prima rappresentazione in Italia. Spettacolo appagante nel suo complesso, che ha rasentato la perfezione (particolarmente nella parte musicale) ma, pur essendo decisamente intrigante, di non facile comprensione immediata a molti in sala, la regia di Damiano Michieletto. Infatti il geniale e talentuoso regista ha offerto una lettura personalissima della vicenda, compensando la quasi assoluta assenza di drammaturgia di questo gioiello musicale con situazioni di sicuro effetto. Due storie d’amore, con due diversi modi di viverlo: uno (quello di Héro e Claudio) più tradizionale, perfettamente in linea ai canoni sociali, l’altro (Béatrice e Bénédict) più selvaggio, istintivo, quasi primordiale, esaltato quest’ultimo dalle stupende scene dell’inizio del secondo atto: un lussureggiante Eden dove Adamo ed Eva (due bellissimi figuranti) esprimono la semplicità e l’innocenza del sentimento. Musicalmente ineccepibile, con la vellutata direzione d’orchestra di Donato Renzetti, che ha avuto a disposizione un cast di notevole spessore: Julien Behr, un Bénédict vocalmente elegante; Cecilia Molinari, una autorevole ed espressiva Beatrice; Benedetta Torre, graditissima sorpresa e deliziosa Héro e Yoann Dubruque, un credibilissimo Claudio. Completavano, con pieno merito, la locandina: Nicola Ulivieri (Don Pedro), Gérard Tobert-Tissot (Léonato), Eve-Maud Hubeaux (Ursule) e Ivan Thirion (Somarone). Un plauso particolare al mimo che ha dato vita al personaggio dello scimpanzè: simbolo del lato primordiale di Bénédict e di una libertà che nel finale risulterà un’utopia per entrambi. Repliche: venerdì 4 novembre, ore 20.00 – sabato 5, ore 15.00 – domenica 6, ore 15.00.
gb