Gazzettino Sampierdarenese

Il mensile di San Pier d'Arena online

La Collana San Pê d’Ænn-a è arrivata al numero venti con “Le ville storiche di San Pier d’Arena”

Lug 30, 2023

Il traguardo del ventesimo numero della Collana San Pe d’Ænna lo taglia Fulvio Majocco, uomo di grande cultura, notevole “penna”, un amico sempre cordialmente disponibile a fornire il suo contributo al successo di una serie di libretti accolti dal pubblico con estrema simpatia ed interesse. L’altro giorno abbiamo riguardato tutti questi venti libretti che custodiamo gelosamente nella nostra libreria di casa; li abbiamo sfogliati ad uno ad uno per farci una bella ripassata (ormai sono veramente molti): un’onda di emozioni ci ha colto, portandoci in un mondo di ricordi e di immagini, di luoghi e di volti, di argomenti uno più interessante dell’altro, quasi a comporre un multicolore arcobaleno di bellezza. Un successo che la SES, insieme a tutti coloro che per questa collana collaborano ormai da qualche anno, ama condividere a pieno titolo sia con tutti i lettori (non solo di San Pier d’Arena), sia con lo splendido e sensibile tessuto commerciale del nostro territorio che resistendo alle “intemperie” continue del nostro tempo riesce ancora a trovare il modo di finanziare le uscite trimestrali di questi libretti. Procedendo nel nostro cammino parrebbe sempre più difficile pensare ogni volta ad un nuovo argomento da proporre per la prossima uscita; eppure, ogni volta viene in mente qualcosa di nuovo e di stimolante che rende la collana sempre più bella e più ricca: segno evidente, questo, di quanto bella e ricca sia la nostra piccola città.  Con “Le ville storiche di San Pier d’Arena” ci immergiamo in uno dei temi più noti e già affrontati da altri autori: Majocco ce lo propone nella pienezza dei dettagli storici con la sua solita piacevole narrazione chiara e puntuale, supportata come lui stesso scrive dalla consultazione di precedenti pubblicazioni ma, soprattutto, avvalendosi del monumentale lavoro di ricerca, durato anni e continuato fino ai suoi ultimi giorni, svolto dallo scomparso Ezio Baglini. Il periodo storico al quale si fa riferimento è essenzialmente quello compreso tra il 1550 e il 1650, noto come l’età d’oro dei genovesi: el siglo de los genoveses. In questo arco di tempo Genova perviene a una condizione di stabilità e di sostanziale indipendenza politica creando un clima di distensione volto a favorire l’emergere dell’opulenza economica dei mercanti, degli imprenditori, dei banchieri e dei commercianti. Sull’onda di questo status, in cui Genova assume anche il ruolo della bilancia dell’economia europea, ha inizio una fase di realizzazione di grandi opere che incidono profondamente sul tessuto urbano della città: nascono così Strada Nuova, l’attuale via Garibaldi e, a distanza di cinquanta anni, via Balbi. Questa importante fase di rinnovamento urbanistico e artistico investe la stessa San Pier d’Arena che, dal canto suo, vive questi anni da vera protagonista. In realtà il processo di scoperta del nostro borgo da parte dell’aristocrazia genovese, quale luogo ameno di villeggiatura, aveva già avuto inizio nel Quattrocento. Tanta era la sua bellezza che Monsignor Giustiniani (1470-1536) ne scriveva in questi termini: «Le case dei cittadini con li giardini e ville sono magnifiche ed in tanto numero che accade a forestieri quali passano per S. Pier d’Arena, quello che accadeva agli antichi quali andavano a veder Roma, che quando erano a vedere li borghi si credevano essere in la città medesima, e così costoro sendo in S. Pier d’Arena si credono essere in Genova». 

Nel configurare il suo viaggio nel mondo delle ville e dei palazzi sampierdarenesi, Fulvio Majocco ne inquadra la distribuzione sul territorio evidenziando come la San Pier d’Arena di quei tempi si sviluppasse secondo due direttrici: quella lungo la costa con la palazzata a mare e quella principale che, transitando per le attuali vie De Marini, Dottesio e Daste, si biforcava per procedere a ponente nella direzione della Francia e nell’interno lungo il corso del torrente Polcevera. La tempera su tela del 1597 di Cristoforo De Grassi che ritrae la Genova del 1481 mostra chiaramente anche il nostro Borgo, con case sparse in collina, nell’interno in zona Palmetta e lungo il torrente Polcevera; si nota la palizzata lungo la spiaggia e le costruzioni in corrispondenza del suddetto asse viario.  Dalla metà del Cinquecento, la villa assume sempre più il significato di posto di villeggiatura e il nostro Borgo si configura con i suoi edifici quale luogo di rappresentanza fuori del centro cittadino, assumendo, al pari dei palazzi dei Rolli, un tale prestigio da poter ospitare personaggi di alto rango e persino sovrani. Tra questi soggiorni primeggia, ce lo ricorda Majocco, all’inizio del Seicento quello del Duca di Mantova con al seguito il pittore fiammingo Pietro Paolo Rubens: evento che porterà alla conoscenza dell’architettura genovese in Europa. 

A San Pier d’Arena, grazie all’opera di architetti che furono collaboratori di fiducia del perugino Galeazzo Alessi durante la sua permanenza a Genova, troverà spazio realizzativo anche il nuovo stile alessiano, in contrapposizione al precedente “modo di costruire ville” legato alla tradizione locale, basato su una “forma” dell’edificio connessa al processo di armonizzazione con l’ambiente. Fu così che nella seconda metà del Cinquecento, lungo la struttura viaria composta oggi da via Daste e via Dottesio si generò una sorta di Strada Nuova fuori porta, una zona residenziale di prestigio, tante erano le ville lungo la via e la loro magnificenza: tra queste la cosiddetta “triade alessiana”, ovvero le tre ville Imperiale Scassi, Grimaldi e Lercari-Sauli, realizzate rispettivamente dai fratelli Domenico e Giovanni Ponzello, da Bernardo Spazio e da quest’ultimo sui disegni di Bernardino Cantone da Cabio. Majocco, avvalendosi anche della fondamentale mappa del Vinzoni, ci fornisce una eccellente panoramica di tutte le ville e i palazzi non soffermandosi solo su edifici con caratteristiche costruttive innovative o che più di altri diedero particolare lustro al borgo. In questa prima parte (troppe da trattare in una unica pubblicazione) vengono descritte dimore signorili collocate nella parte bassa di San Pier d‘Arena non tralasciando quelle delle quali ormai rimangono solo alcune tracce storiche: perché non più esistenti come il caso di Villa De Franchi Costa sacrificata per far posto al nuovo centro direzionale San Benigno, oppure villa Pallavicino in vico Cibeo, demolita per l’avanzato stato di disfacimento e pericolosità, oppure ville oggi recuperate come la Pallavicino-Gardino. Ma poi abbiamo villa Spinola di San Pietro, villa Negrone Moro, villa Grimaldi “La Fortezza”, villa Imperiale Scassi “La Bellezza”, villa Lercari Sauli “La Semplicità”, solo per citarne alcune di cui potrete già attingere informazioni in questa pubblicazione.  

Tante volte vi abbiamo invitato a godervi la lettura di questi libretti. Lo faremo una volta di più e speriamo molte altre volte ancora, suggerendo di percorrere, libretto alla mano, le vie della nostra San Pier d’Arena per ammirare direttamente l’architettura dei molti siti ancora presenti, ed andare ad apprezzare anche il loro interno, appena se ne presenta l’occasione come nel caso dei Palazzi dei Rolli, scoprendoli quali scrigni di arte e di bellezza. 

A proposito. Questi luoghi non sono eterni ma hanno bisogno di cura e di manutenzione. Chi vuol capire intenda. Grazie a tutti e andiamo avanti con la collana!

Mirco Oriati
Rossana Rizzuto

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