Gazzettino Sampierdarenese

Il mensile di San Pier d'Arena online

Balbina Serra Cerisola: avere 100 anni e non sentirli

Dic 5, 2023
Adriana Bacigalupo con Balbina Serra Cerisola


Si può avere 100 anni e non sentirli? Ce lo dimostra Balbina Serra Cerisola, che ha varcato la soglia della veneranda età con grande nonchalance. Quale sarà il suo segreto? Come si fa ad arrivare a questo traguardo come lei, con vista e udito sempre acuti, fisico sano, asciutto e ancora agile e, soprattutto, con uno spirito vivo, curioso e indomito, nonostante gli inevitabili colpi che la vita riserva? La signora Balbina, vestita e acconciata in modo inappuntabile, con ile sue maniere gentili ma decise, risponde, disarmante: “Il segreto della mia longevità? Ah… se lo sapessi davvero, l’avrei già venduto!”. A festeggiarla in pompa magna il due dicembre è stata l’UniTre, l’Università delle Tre Età di San Pier d’Arena, in Via Carzino, dove ha sede anche la Società Operaia di Mutuo Soccorso Universale Giuseppe Mazzini (fondata nel 1851). Balbina è senz’altro l’allieva di più antica data dell’UniTre: dal 1989, da ben 34 anni. E con grande profitto. Racconta nel suo intervento la docente di Discipline Pittoriche, Adriana Bacigalupo: “Balbina segue i miei corsi dal 1996 e ha partecipato a tutte le mostre che abbiamo allestito con stupefacente energia e volontà. Non ha mai mancato una lezione!”. Con risultati da non credere: Balbina è divenuta da subito un’abile disegnatrice e pittrice. E anche scultrice. Una vena artistica scoperta in età non più verde (all’epoca aveva già 73 anni). E che dura, con ottimi esiti, da ben 27 anni. “Il mio primo disegno è stato una bottiglia. Se lo vedeste, vi mettereste le mani nei capelli! – racconta con brio Balbina, per una volta alla cattedra, in piedi, di fronte alla platea dell’aula magna dell’UniTre, gremita di familiari, attempati compagni di studi e amici accorsi a festeggiarla –  All’epoca conoscevo solo la matita, la gomma per cancellare e il foglio. Eppure da allora sono riuscita a fare qualche cosetta…”. Già dal primo studio, suggerito dalla Maestra, sul tema del lirismo pastorale fra Ottocento e Novecento, Balbina si distingue per la perizia nel riprodurre una figura di bimba dall’aria trasognata e sospesa. “La Maestra ci ha fatto studiare tanto. E ci ha dato tanti compiti. A volte sono rimasta a studiare fino alle due di notte!”. E i risultati si vedono: pregevoli studi di figura, ma anche di paesaggio, in specie scorci degli amati caruggi. E quadri dai pregnanti temi simbolici, come quello in stile pop art sull’amicizia, che assomma, in bianco e nero, grandi anelli di catena. O quello che rappresenta in primo piano le vetuste lancette di un orologio tratteggiato con toni grigi, che paiono sfumare nell’inesorabile passare del Tempo. O quello intitolato ‘Solitudine’, in cui la trasparente silhouette di un vecchio si perde in un contesto urbano straniante, caratterizzato da caseggiati alti e anonimi, dai colori accesi, ma con le finestre chiuse. O, ancora, come le varie icone dipinte negli anni (su tutte, ‘Il sacro Volto di Cristo’, donata alla chiesa di Cristo Re di San Pier d’Arena). Vibranti di vita sono anche le sue sculture, specie i busti dei figli. Ma anche il bassorilievo in creta inserito in una originale Via Crucis plasmata insieme a compagne e compagni del corso UniTre e donata dieci anni fa alla Cappella del Pellone, in provincia di Cuneo. Dove ora fa bella mostra di sé.

Balbina, nata a Cornigliano, abita da tanti anni a San Pier d’Arena, in via Fanti. È stata impiegata negli uffici dell’Ansaldo per dieci anni, fino al 1949 quando, sposatasi con Ernesto Cerisola, ha lasciato il lavoro per dedicarsi alla famiglia. La vita non le ha risparmiato grandi dolori. È vedova dal 1975. Il marito scomparve, infatti, prematuramente, quando lei aveva 52 anni. Rimase vedova con due figli: Attilia (che oggi ha 73 anni) e Carlo, a sua volta prematuramente scomparso nel 2010 in un incidente di montagna in alta Valle Pesio, a soli 57 anni. Quando i figli si allontanano da Genova per lavoro, due anni dopo la scomparsa del marito, Balbina non si abbatte. Continua la sua vita operosa. Fino a trovare la sua strada all’UniTre. “All’inizio si dedicò a corsi di canto gregoriano e di teatro, con la compagnia Art di Mimmo Minniti” ricorda Attilia. Poi arrivò la folgorazione per le discipline pittoriche e plastiche con l’inseparabile Adriana Bacigalupo. E anche per l’informatica: “Anni fa la mamma volle imparare ad adoperare il computer, che da tempo usa quotidianamente. Anche, durante il periodo Covid, per seguire le lezioni di Adriana in videoconferenza. O per fare acquisti online!”. La vita sociale di questa super-bisnonna è inesauribile: “Di recente abbiamo fatto insieme il giro della Sardegna” conclude la figlia. Balbina ha quattro nipoti. Anche quelli che da anni vivono lontano (Jacopo in Giappone e Umberta in Australia) hanno mandato affettuosi videomessaggi di auguri alla nonna assieme ai loro rispettivi bimbi, la piccola Momo e Alessandro. Video che sono stati proiettati nell’aula magna dell’UniTre, dopo la rassegna di tante diapositive di quadri e sculture di Balbina, commentate con ammirazione da Adriana Bacigalupo. In totale i pronipoti sono tre, compresa l’ultima nata, Ludovica, figlia di Marta (a sua volta figlia di Attilia e sorella di Umberta), che l’amorevole bisnonna, ora, lasciata la cattedra, nuovamente seduta in platea, in prima fila, coccola sulle gambe (accavallate!) con la solita nonchalache. Ludovica ha compiuto il suo primo anno di vita il 29 novembre, poco prima del centesimo genetliaco di Balbina. Sulla tavola imbandita, dopo la consegna del (meritatissimo) attestato UniTre a Balbina, attendono gli astanti due torte: una grande, con il numero 100 infisso nella crema. E una piccolina, con il numero 1.
Marco Bonetti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.