Gazzettino Sampierdarenese

Il mensile di San Pier d'Arena online

Editoriale del direttore di Buona Pasqua: “Ma dove vai bellezza in bicicletta”

Apr 4, 2015

DANTEBICIBuona Pasqua ai lettori del Gazzettino, ai visitatori di questo sito. Un augurio che si ripete negli anni e che, fino a qualche tempo fa, era sinonimo di gioia ed attesa per giorni di festa sereni e spensierati. Da qualche anno a questa parte è diventato invece mesto a causa di una crisi sociale, economica ma anche dell’intera società, che ci sta avvilendo tutti. Che ci rende tristi oltre che poveri. E non ci rallegrano le sgambate in bici, rincorse da colleghi fotografi e video reporter, di insigni rappresentanti della cosa pubblica. Ci chiediamo perché mai non provano ad andare negli stipati treni dei pendolari, sempiternamente in ritardo e dove si sta tanto pressati che non c’è pericolo alcuno svolazzino i soprabiti. Oppure sui bus dove i borseggi sono all’ordine del giorno ed i “portoghesi” pure. Altro che bici veloce con questi automezzi! C’è solo da sperare di non attenderli troppo a lungo. Personalmente adoro andare in bici ma a vedere ministri, sindaci, primi ministri e similari che esibiscono la loro sportività dandosi da fare sui pedali mi viene da ridere. E’ diventato di moda in un’Italia al collasso e che tra poco dovrà usare la bici perché non ha più i soldi della benzina. E ci domandiamo se andando in bicicletta i nostri governanti faranno a meno della scorta o se la dovranno ingaggiare al Giro d’Italia. “Ma dove vai bellezza in bicicletta”, intonava una bella canzone di tempi lontani, quando eravamo felici e non lo sapevamo; quando chi aveva voglia di lavorare lo faceva ed ha arricchito il Paese, creando benessere ed occupazione che ora ci sogniamo in questa Italia dove siamo “tracciati” in tutto come neanche avveniva nella vecchia Unione Sovietica. Amara realtà, ma vera. E’ un’altra Italia quella che ci stanno raccontando talk- show, insigni colleghi corsivisti, politici ed imprenditori miliardari (in euro) che predicano bene in Italia e razzolano male all’estero dove “delocalizzano” le industrie ingurgitando utili da sogno ed usando quella mano d’opera low cost che dicono di aborrire nel Bel Paese. Quella che si basa sullo spread e sui sondaggi è un’Italia…surreale, non reale. La realtà è quella di disoccupati, esodati, cassintegrati, pensionati alla fame, imprenditori falliti, negozi chiusi, attività cessate, professionisti stimati che stanno in ufficio a guardare il soffitto. E’ quella delle file alla Caritas ed alle parrocchie per prendere pacchi di alimentari di persone che, fino a qualche tempo fa, giravano in Mercedes. Tra poco si andrà alle urne per le regionali ed il senso che colgo parlando con la gente è di disgusto. Altro che il famoso “turatevi il naso” del mio maestro, Indro Montanelli. Non è più sufficiente neppure quello. A quei tempi, neppure lontani, c’erano politici pur criticati e talvolta persino non limpidissimi, che tuttavia capivano la gente, il popolo e sapevano che quello italiano è bravo e capace, ha inventiva e va lasciato libero nella sua creatività. Lo spettacolo attuale è triste. Non offre grande speranze perché ci ricorda la Torre di Babele dove ciascuno parla la sua lingua senza capire gli altri. E dove, non ce ne voglia nessuno, non scorgiamo proprio grandi menti, capaci di iniziative vincenti contro una situazione difficile ora come mai.
Resistiamo comunque, non arrendiamoci. Il genio italiano è grande, in fondo siamo gli eredi di Giulio Cesare, Dante e Michelangelo.
Dino Frambati
d.frambati@seseditoria.com
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1 commento su “Editoriale del direttore di Buona Pasqua: “Ma dove vai bellezza in bicicletta””
  1. Caro Direttore, leggo sempre con interesse le sue considerazioni sull’attuale situazione del nostro Paese. Del resto lo stillicidio quotidiano di rilevazione Istat e simili ha come risultato quello di farci comprendere sempre meno qual’è la reale situazione. La Confcommercio dice che si vedono i primi segnali di ripresa, ma è smentita dall’Istat il giorno dopo che afferma che la disoccupazione non è mai stata così alta, il giorno appresso sempre l’Istat afferma che cresce la fiducia degli imprenditori, ma il giorno dopo Bankit dice che la ripresa è timida e forse si vedrà il prossimo anno, a seguire una continua altalena di rilevazioni: le aziende esportano meno che nei mesi precedenti (Confindustria), l’inflazione forse inizia a crescere segno che sono ripartiti i consumi (Istat), la pressione fiscale è la più alta in Europa (Istat) e se non si abbassanno le tasse i consumi non ripartono, si vede la luce in fondo al tunnel ( Cernobbio), e così via. Possibile che ogni giorno siamo tempestati da indici, statistiche, sondaggi redatti da Istat, Banca d’Italia (pagati peraltro con i nostri soldi), o da organismi privati Confindustria, Confcommercio, ecc. a cui costano in tempo e denaro e che non aiutano di certo ad avere un quadro vero e globale della situazione. Per quanto ricordo dai miei studi universitari i dati di per sè dicono poco o nulla se non interpretati e valutati in un arco temporale abbastanza lungo, sufficiente a indicare una tendenza reale. Può darsi che sbagli e che questa politica dei continui controversi annunci serva a qualcuno o qualcosa! So solo che avverto in me e in molti miei conoscenti un crescente senso di disorientamento e di incertezza, altro che aumento della fiducia rilevata dall’Istat! Lei ha notato il fenomeno della bicicletta, io ho notato quello di fare le scale di corsa, copiato da quel “giovanilismo” americano tanto caro a Obama che per scendere di corsa la scaletta dell’aereo per poco non si imbel… (per dirla alla genovese) di sotto, ma quando ho visto nel “palazzo” i gregari imitare il capo mi è venuto subito alla mente quel periodo in cui essere dinamici era un dovere, tutto poi tristemente dimostratosi un’amara farsa.
    Auguri di Buona Pasqua.

    Fulvio Majocco

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