Gazzettino Sampierdarenese

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Un ‘cancro’ inserito nel territorio genovese: tutte le verità sul polo petrolchimico di Multedo

Apr 8, 2015

centrale_web(foto Gazzettino Sampierdarenese)
Si parla sempre più spesso e quasi quotidianamente, i giornali genovesi e quelli a livello nazionale riportano notizie inquietanti su quello che è ormai diventato il caso del trasferimento del petrolchimico di Multedo. Si sta dunque materializzando un incubo per gli abitanti di San Pier d’Arena, perché il sito prescelto dal vice sindaco Bernini, quale destinazione finale delle attività petrolchimiche in oggetto, è quello adiacente alla Lanterna, attualmente occupato dalla centrale dell’Enel. Il problema del polo petrolchimico non è certo nato in questi giorni, ma purtroppo per gli abitanti del quartiere di Multedo, esiste da decenni e rappresenta una gravissima fonte di rischio sia per l’ambiente, sia per la salute e la sicurezza delle persone. Infatti gli abitanti di Multedo, Pegli e Sestri devono convivere con l’inquinamento dell’aria e del mare, da idrocarburi e da sostanze derivate dalle lavorazioni petrolchimiche, che provocano concentrazioni preoccupanti di sostanze cancerogene sull’abitato e conseguenti esposizioni tossiche. Inoltre nella zona, si sviluppa un notevole traffico di autobotti, in entrata ed uscita dai depositi petrolchimici ed una considerevole movimentazione di carri cisterna. Lo scenario di Multedo, è pertanto quello di una periferia industriale urbana degradata, in cui civili abitazioni, scuole, asili, sono costretti a coesistere con il polo petrolchimico, lo svincolo autostradale di Pegli, la linea ferroviaria per Ventimiglia e l’aeroporto cittadino. La zona di Multedo è oggetto di analisi, per la qualità della sua aria già da diversi anni, da parte di Provincia, Arpal, Ist, Chimica Ambientale e di un gruppo di studio promosso a suo tempo, dai Verdi. Tutti questi studi evidenziano la presenza a Multedo, di quantità eccezionali di Composti Organici Volatili (Cov), che comprendono idrocarburi cancerogeni, benzene, toluene, metano, benzofurani, diossine, ecc… Purtroppo anche studi epidemiologici condotti in zona, sulla mortalità per patologie tumorali, hanno confermato dati assai preoccupanti sull’incidenza dei tumori in relazione all’esposizione ai composti organici volatili. Dalla nascita, il Polo Petrolchimico di Multedo, a causa delle aziende ivi operanti, è di fatto un’area, nella quale sono presenti sostanze pericolose e quindi caratterizzata da un elevato rischio di “incidente rilevante”, il che vuol dire che vi si può verificare un evento, quale un’emissione, un incendio o un’esplosione di grande entità, dovuto a sviluppi incontrollati durante le attività operative, evento che può generare quindi un pericolo grave, immediato o differito, per la salute umana o per l’ambiente. Questo è stato recepito dal D.L. n. 461 del 6/9/96, che infatti ha definito Multedo, quale area critica ad elevata concentrazione di attività industriali. Ne consegue che, non da oggi, ma partire dal 1980, i vari Piani Regolatori Generali, Piani Territoriali di Coordinamento, ecc. puntualizzino l’incompatibilità del Porto Petroli e dei depositi petroliferi e petrolchimici con il contesto urbano e definiscano, ma ciò è rimasto a livello di pie intenzioni, come prioritario lo spostamento del Polo Petrolchimico da Multedo, con dismissione e bonifica delle aree interessate da destinarsi a funzioni urbane. Inoltre il 4 febbraio 2000, la Commissione Regionale di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) si è espressa sull’argomento, riconfermando la necessità dello spostamento del Porto Petroli, pur mantenendo nel breve periodo, la soluzione temporanea, rappresentata dalla riduzione degli accosti petroliferi e dalla progressiva messa in opera di attività portuali compatibili con la vicinanza dell’abitato. Nel suddetto Polo Petrolchimico operano attualmente e ne fanno parte integrante, la Porto Petroli di Genova S.p.A., la Superba S.r.l, la Attilio Carmagnani “AC” S.p.A. e la Praoil S.p.A. Il Porto Petroli di Genova-Multedo, che è costituito da una banchina con due accosti per navi petrolchimiche, da quattro pontili, dove possono ormeggiare fino a otto grandi petroliere e da una mono-boa ed una piattaforma fissa “fuori costa”, movimenta petrolio grezzo, semiprodotti petrolchimici e prodotti finiti quali benzina, gasolio e olio combustibile per circa 16 milioni di tonnellate/anno. Il Porto Petroli è anche il punto di partenza di una serie di oleodotti, che servono le aziende presenti nel Polo Petrolchimico e diverse raffinerie dell’Italia Settentrionale e la raffineria di Aigle in Svizzera. La Superba s.r.l è una società di servizi costituita da un deposito costiero disposto su una superficie di circa 22.000 m2, con 42 serbatoi per una capacità complessiva di circa 31.100 m3, specializzato nello stoccaggio e nella movimentazione di prodotti chimici e petrolchimici, collegato direttamente al Porto Petroli, da cui riceve i prodotti petrolchimici di cui effettua la spedizione verso l’Italia Settentrionale. Le attività dell’Attilio Carmagnani “AC” S.p.A. sono il commercio e lo stoccaggio, anche per conto terzi, di prodotti chimici e petrolchimici che viene effettuato nel deposito costiero doganale avente una superficie di circa 30.000 m2, costituito da 31 serbatoi interrati o semi-interrati, per una capacità complessiva di circa 26.800 m3. Il deposito è collegato direttamente con la banchina del Porto Petroli e da esso ripartono, via strada, ferrovia e mare, tutti i prodotti chimici e petrolchimici. La società Praoil S.p.A. opera nello stoccaggio e nella movimentazione del greggio e dei prodotti finiti via terra ed il deposito costiero di Multedo, collegato al Porto Petroli è costituito da un parco serbatoi, di capacità pari a circa 250.000 m3 e su una superficie di 280.000 m2. E’ necessario ricordare che le aziende “a rischio di incidente rilevante” devono adempiere alle severe prescrizioni delle leggi in materia, allo scopo di prevenire gli incidenti, al loro interno e per evitare che si verifichino gravi conseguenze sull’ambiente e sulla popolazione residente nei dintorni. Infatti le aziende operanti nel polo di Multedo, questo fanno, perseguendo rigorosamente la politica di minimizzazione dei rischi in materia di sicurezza e di tutela ambientale, che è poi quello che la legge prescrive, ma il rischio permane ed è rilevante e lo dimostra il fatto che negli ultimi anni, si siano verificati tredici gravissimi incidenti, tra i quali purtroppo l’esplosione della superpetroliera Hakuoyoh Maru del 1981 (6 morti), l’esplosione dei serbatoi della Carmagnani del 1987 (4 morti) e l’affondamento della superpetroliera Haven del 1991 (5 morti). A questo punto non si può che concordare con quanto ha affermato in passato, Andrea Agostini di Legambiente: “Il Porto Petroli è un ‘cancro’ inserito nel territorio genovese, per esigenze esclusivamente economiche. È una situazione assolutamente incompatibile con qualunque salvaguardia del territorio e della salute dei cittadini”, né ignorare il parere espresso da Giovanni Spalla, noto architetto e urbanista: “I depositi petroliferi così come sono stati concepiti nel Ponente genovese, vicino alle case, non possono più stare. Ma la questione petrolifera va vista insieme a quella degli altri settori merceologici che per loro natura si pongono in contrasto con i luoghi di lavoro e residenza. Il petrolio è soltanto uno degli aspetti, forse il più rilevante, del tema delle sostanze pericolose (petrolio, gas, oli minerali, ecc.) movimentate nelle aree portuali e sul territorio cittadino. Per affrontarlo occorre una pianificazione complessiva. Purtroppo, però, in Italia da troppi anni è stata dimenticata l’importanza di un simile approccio ai problemi”. Per concludere diciamo che, considerato che il petrolchimico non può e non deve più restare a Multedo, la soluzione non è certamente quella di trasferire il problema e che problema, in un’altra parte della città, che poi, secondo il vice-sindaco Bernini, sarebbe la già troppo penalizzata San Pier d’Arena, e precisamente nell’area sotto la Lanterna, vicino al terminal traghetti, a civili abitazioni, al centro direzionale WTC, al nodo stradale ed autostradale di San Benigno e proprio sotto il sentiero di discesa percorso dagli aerei in fase di atterraggio. E già che si parla di San Pier d’Arena, colgo l’occasione per ricordare ad esempio il cronico inquinamento dell’aria causato dalla centrale termica Enel tuttora operativa, dai depositi di carbone a cielo aperto, dai fumi delle ciminiere delle navi e dallo sgradevole odore provocato durante lo scarico dalle navi del cippato di legno, e credo che a questo punto possiamo tranquillamente rispedire la proposta inaccettabile al mittente, semplicemente perché émmo za dæto!.

3 commenti su “Un ‘cancro’ inserito nel territorio genovese: tutte le verità sul polo petrolchimico di Multedo”
  1. Ci ricorderemo di NON votare bernini e chi avrà il coraggio di proporlo alle prossime elezioni o saremo come al solito ciechi e sordi e voteremo sempre gli stessi mascherati e profumati e pronti a fregarci per l’ennesima volta? Bernini: grazie per quello che hai fatto (?), grazie per tutte le coop che ci aiutano a fare le spese ma ora basta! Ma mettiti il porto petroli sotto casa tua e poi vediamo cosa ne pensi

    1. Credo che la prossima volta, al momento del voto, salvo improbabili pulsioni masochistiche, ci ricorderemo ANCHE del polo petrolchimico e dei nostri amministratori.
      E’ comunque prioritario fare tutto il possibile per allontanare da San Pier d’Arena questa minaccia incombente e mi sembra che la reazione dei Sampierdarenesi sia stata decisa e confortante e che tutte le iniziative siano partite con il piede giusto. Non molliamo la presa e continuiamo così.

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