Gazzettino Sampierdarenese

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Conferenza stampa di commiato della Console dell’Ecuador a Genova

Set 14, 2017

Giovedì 14 settembre, nella sede del Consolato dell’Ecuador di via XX Settembre 37/3 la Console dell’Ecuador, dottoressa Narcisa Soria Valencia, ha salutato e ringraziato la stampa locale in occasione del termine del suo incarico di rappresentante del proprio Paese a Genova. La Console si è detta soddisfatta per il lavoro svolto per la comunità ecuadoriana residente nella sua giurisdizione (Liguria ed Emilia Romagna), mirato soprattutto ad avvicinare la comunità alle città e alle regioni che la ospitano e a diffondere l’importanza del “buon vivere” all’interno della comunità e in relazione alle comunità italiane di accoglienza.
Personalmente negli ultimi mesi ho incontrato la Console alcune volte e ho avuto modo di apprezzarne la simpatia e di percepire la passione con cui ha svolto il suo lavoro. L’occasione più importante sono state le elezioni politiche del suo Paese, e ricordo che il seggio elettorale per i cittadini ecuadoriani residenti in Liguria ed Emilia Romagna era stato istituito nel Centro Civico di via Buranello a San Pier d’Arena. Giustamente, considerato che il nostro quartiere ospita la più numerosa comunità ecuadoriana della Liguria. Mi permetto di formulare i migliori auguri alla dottoressa Soria Valencia per le sue prossime attività, che saranno dedicate alla ricerca accademica su argomenti di politica internazionale, e quando si sarà insediata la nuova Console (quote rosa a tutt’andare, nella diplomazia ecuadoriana!) confido di avere occasione di portarle gli auguri di buon lavoro da parte del Gazzettino Sampierdarenese e di formulare i nostri auspici affinché prosegua con successo il processo di avvicinamento e integrazione tra le comunità ecuadoriana e italiana di Genova e di San Pier d’Arena.
G.A. Dall’Aglio

12 commenti su “Conferenza stampa di commiato della Console dell’Ecuador a Genova”
  1. Caro Direttore, alcune domande: la Console uscente ha speso almeno qualche parola per stigmatizzare e condannare le pessime abitudini che diversi (non tutti, ovviamente) suoi conterranei hanno e continuano ad avere? Non ti avrà mica detto che i “circoli” che vendono alcol a chiunque e ad ogni ora sono un fatto culturale, vero? Oppure che le risse tra sbronzi, spesso con coltelli e cocci di bottiglia sono “cultura”, vero? Oppure che sentire musica sudamericana al massimo del volume giorno e notte, tormentando vicini di casa magari anziani e malati è “cultura”, vero? O che affittare facilmente appartamenti e lasciare mesi e mesi senza pagare l’affitto è “cultura”, vero? L’integrazione è cosa preziosa, se fatta seriamente e con passi in avanti dalle due parti. Io sono convinto che il popolo genovese (e sampierdarenese in particolare) avrebbe accolto ed integrato facilmente gli ecuadoriani se essi avessero dimostrato almeno un po’ di volontà di fare un passo verso chi già abitava qui. Invece,molto spesso (fortunatamente non sempre…grazie a Dio) avere per vicini di casa certi ecuadoriani ha voluto dire iniziare un percorso di tribolazione e malessere, sentendosi pure dare del razzista se si protestava.La signora Console uscente non pare aver preso in seria considerazione queste problematiche, e quella subentrante ci si augura che non inizi la solita litania della richiesta di integrazione, senza minimamente agire per cambiare almeno qualcuna delle loro pessime abitudini, altrimenti di razzismo si tratta, ma alla rovescia, cioè contro pensionati, malati e residenti che null’altro chiedono se non rispetto e tranquillità. Grazie.
    Pietro Pero

  2. Bravo Pietro, il tuo commento non fa una grinza. Personalmente ho incontrato il Console in occasione di un forum interculturale del nostro Municipio. A mie precise osservazioni su quali fossero le occasioni di interscambio e su cosa si basasse la cultura su cui dialogare, non ha praticamente risposto. Sulle mie osservazioni circa il tentativo dell’ ex presidente Correa (allora presidente) che stava provando a cambiare la Costituzione dell’Ecuador per essere rieletto una terza volta (per fortuna non ci è riuscito), è stata vaga. Per questo penso che non abbia speso nemmeno una parola sulle abitudini di una buona maggioranza dei suoi connazionali, anzi, temo abbia detto le solite frasi fatte su quanto importante sia stato il lavoro di integrazioni e a quali buoni risultati abbia portato. (dopo “frasi fatte” è tutta una mia invenzione. Però mi piacerebbe constatarne la presunta aderenza a quanto è stato davvero detto dal Console)

  3. Evviva! beata la Console che è soddisfatta del suo operato come probabilmente saranno soddisfatti molti dei suoi connazionali che, pur senza voler fare di tutta un’erba un fascio, per integrazione intendono soltanto chiedere per avere senza dare nulla in cambio. Tanto è vero che per dibattere su questi problemi molto sentiti sul nostro territorio, avevo chiesto un incontro come Comitato Quartiere Campasso, incontro mai concesso con buona pace del tanto decantato spirito di collaborazione e integrazione cui la Console si riferisce. Almeno uno dei suoi predecessori, Leòn Avilar, nel 2009 aveva accettato un faccia a faccia televisivo, del quale conservo ancora la registrazione, dandomi ragione su tutti i problemi esposti, affermando però che, ai comportamenti incivili dei suoi connazionali dovevano provvedere le nostre Forze dell’Ordine. Credo che, soprattutto nelle periferie, la maggior parte della gente sia davvero stanca di essere presa in giro e sia soprattutto stanca di ascoltare chi ci ha ridotti così grazie a una politica dissennata che sta togliendo a tanti Italiani il decoro la dignità e la sicurezza guadagnati in anni di onesto lavoro. Buon viaggio signora Console. Non sono ottimista ma spero solo che chi prenderà il suo posto sia meno peggio di lei.

  4. Buongiorno a tutti,
    premetto che sono pure io uno straniero ma con un ottima educazione con buon senso generale e con rispetto per la vita a partire dalle piante fino agli esseri umani.
    Abito in via Sampierdarena dove sembra di essere ad una favelas di lusso come ben sapete.
    Focalizzate il problema cari cittadini!!!!!!!!!!
    Il problema non è il figlio cattivo ma il genitore assente….non esiste lo stato, non esiste la polizia, ogni uno è libero di fare qualsiasi cosa in quella zona lì.
    Nei ultimi dieci giorni ho visto ubriachi defecare per strada alle 6:00 del mattino mentre io uscivo per lavorare pagando ovviamente le tasse e senza aver il minimo debito nei confronti di nessuno.
    Ho visto camion iveco in piazza dei minoli carico pieno di detriti mobili pezzi di spazzatura che potrebbe persino essere tossica fermi lì per giorni e giorni e li ho visti ripetutamente partire di notte tardi che esco col cane e tornare vuoti dopo qualche ora dopo aver scaricato nei vostri boschi tutta questa spazzatura.
    Scommetterei che il guidatore è straniero ma i rifiuti provengono da case di Italiani secondo me.
    Cari cittadini sono indignato almeno quanto voi se non di più anche se non sono italiano….ma attenzione: se il problema è alla radice non picchiate le foglie…
    Un caro saluto a tutte le persone per bene….e per gli altri …..andatevene via tipo sulla luna per favore.

  5. Caro signor “X”, grazie per la sua testimonianza, la quale non fa altro che confermare quanto da me scritto e ripreso da altri. Se lei rilegge, vedrà che io non parlo “degli ecuadoriani”(tutti), ma di diversi (alcuni). Io sono convinto da sempre che le prime vittime di questo modo di fare siano proprio coloro (e forse lei è tra questi) che si comportano bene, lavorano, sono educati e rispettano se stessi e gli altri. Ho provato diverse volte a dire ad ecuadoriani “civili” di farsi voce presso i loro conterranei di questo disagio nel loro stesso interesse, ma le devo dire sinceramente che non ho riscosso molto successo. I “buoni” si comportano bene e basta. Non sembrano interessarsi a quanto fanno gli altri, e non sembrano rendersi conto di quanto ho detto prima: l’immagine dell’ecuadoriano per i sampierdarenesi è pessima, purtroppo, ma non perché noi siamo razzisti, bensì perché si continua tranquillamente ad infischiarsene dell’opinione e del malessere nostro da molti anni. Circa la mancanza di polizia, forse lei non lo ha notato, ma da qualche tempo i controlli sono aumentati molto, anche se è impossibile intervenire in ogni situazione di maleducazione o di atti come quelli che lei denuncia dovuti ad alcol ecc. Esistono poi anche le altre etnie, che ci mettono la loro parte, e quindi il problema è molto complesso. Grazie comunque a lei perché si comporta bene. Lei e la sua famiglia siete i primi a dover essere contenti, e sicuramente chi vi conosce lo sa e lo apprezza. Il suo esempio certamente serve anche ai suoi conterranei e a tutti noi.

  6. Buongiorno sig. Pietro, non penso che il razzismo a sampierdarena sia peggiore di quello base occidentale, anzi a sampierdarena semmai noto tolleranza non razzismo.
    Non ho detto di essere sud americano (è vero non l’ho nemmeno negato però) ma di essere “straniero”
    Sa sig Pietro, quando si è stranieri da una vita in un paese straniero, l’essere stranieri diventa un morbo che ti si attacca addosso perchè ci si alliena anche dal proprio paese d’origine….
    E vero riguardo QUALCHE SPORADICO controllo di più dalle forze dello stato ma la polizia mi sembra drammaticamente in difetto e non mi riferisco al singolo polizioto che esce a pattugliare ma allo stato che non rafforza numericamente loro.
    Il commando di polizia urbana sampierdarenese mi sembra (magari sbaglio) molto inferiore alle esigenze territoriali.
    Ques’estate capitando per balneazione in riviera notavo una presenza di polizia quasi superiore di un area cosi complessa e critica come quella di sampierdarena ma poi io non sono un esperto,anzi tutt’altro, e forse sbagio…
    In ogni modo io sono al fianco di voi locali indigeni di sampierdarena a sostenere un cambio di rotta. Cambio che sono convinto che potenzialmente PUO avvenire.

  7. Sig. X non sono del tutto d’accordo con quanto dice. Lei scrive “Il problema non è il figlio cattivo ma il genitore assente … se il problema è alla radice non picchiate le foglie”. Ma perchè, mi chiedo, lei (e tante altre persone) non hanno bisogno della presenza delle forze dell’ordine o di un sistema sanzionatorio per comportarsi in maniera civile? Se una persona è corretta è merito della persona stessa quindi, al contrario, se una persona è pessima è ugualmente responsablità della persona, non responsabilità di uno stato assente. Ci sono figli pessimi anche con genitori presenti e figli ottimi anche con genitori assenti (basti pensare alla generazione di mio padre con i papà assenti perchè impegnati in guerra). Conta la stoffa con cui siamo fatti e la stoffa con cui decidiamo giorno per giorno di verstirci.

  8. Sig.Luana Buongiorno,
    Io personalmente non ho bisogno delle forze dell’ ordine per vivere nel rispetto reciproco ma le chiedo:
    I albergatori di via sampierdarena che per decenni hanno guadagnato dalla prostituzione non sono tutti Italiani?
    Non avrebbe giovato la società se tali figli cattivi fossero controllati dal padre?
    I clienti delle prostitute?
    Le prostitute invece so di certo che sono per lo più straniere….ovviamente da stati dove condiziona tutto la povertà sia economica che culturale ovviamente visto che vanno di pari passo.
    I miei più cordiali saluti.

  9. Quindi per conludere (mi scuso che scrivo di fretta) il ruolo dello stato non è in senso punitivo necesseriamente ma in senso protettivo nei confronti suoi miei e di tutti quelli che vivono seguendo un semplice buon senso.
    Ecco spero di essermi spiegato e di non essere frainteso, anche perchè non essendo italiano rischio di non usare propriamente la vostra lingua.
    Grazie ancora della possibilità di poter essere messo a questyo confronto di opinioni.

  10. Grazie a lei per il confronto: fa solo che bene. Io ho l’abitudine di pensare che le responsabilità siano prima di tutto personali, poi, ovviamente, non vivendo in un mondo di caramelle e frutta candita, abbiamo bisogno della tutela delle forze dell’ordine e della magistratura. Per quello che riguarda la prostituzione, credo sia l’unico “male” della società che non si potrà mai debellare: è vecchio come il mondo. La zona che cita lei, poco più in là era chiamata camionale (perchè transitavano solo i camion) ed era il uogo deputato alle prostitute (tutte italiane, all’epoca). Se ora la maggior parte delle prostitute è straniera, è anche vero che si è allargata la zona di frequentazione ma, come tutto in un sistema economico dove circolano soldi, è la legge della domanda e dell’offerta.

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