Sembra strano ricordare una persona che sembrava invincibile. Tosto, positivo, provocatorio, a volte anche opprimente. Ma questo era Angelo Salvatore Baghino (il nome Salvatore non gli piaceva molto). Un uomo libero, un grande artista che ha dato molto a San Pier d’Arena e, forse, San Pier d’Arena ha dato poco a lui. Purtroppo, in questo strano periodo dove l’aspetto sociale, l’arte proletaria, la voglia di uguaglianza tende a mancare, un uomo come lui era quasi dimenticato, snobbato, lasciato in un angolo senza dargli l’importanza che davvero meritava. Anche io, che lo conoscevo da anni, spesso preferivo evitarlo per non subire le sue logorroiche analisi su tutti gli argomenti possibili: il territorio, il lavoro, il degrado, le ricette sbagliate, la Sardegna, la Resistenza, l’Ansaldo e tanto altro. Oggi che lui se ne è andato lo voglio ricordare con queste poche righe e con un quadro che lui mi aveva regalato alcuni anni fa che ha un titolo adatto a lui e, forse, anche a me: “io non ho paura. Mi ricordo. Ti ricordo”.
Stefano D’Oria
Per ricordare Bago riportiamo l’articolo pubblicato nell’aprile 2013 in occasione della sua mostra al Centro Civico Buranello, scritto da Sara Gadducci:
“Con l’esclamazione ‘Evviva il 25 aprile’ si è concluso il discorso del pittore Angelo Baghino che, per essere un uomo più propenso ai fatti che alle parole, come lui stesso si è definito, è riuscito ad arrivare in modo diretto ed emozionante ai tanti che si sono raccolti al Centro Civico Buranello di San Pier d’Arena per l’inaugurazione della sua mostra il 20 aprile scorso. All’evento, organizzato in occasione del sessantottesimo anniversario della Liberazione, hanno partecipato il presidente dell’A.N.P.I. provinciale Massimo Bisca, il presidente del Municipio Franco Marenco, l’assessore Agostino Calvi e il vice sindaco Stefano Bernini, che hanno introdotto e commentato le diciotto opere di Angelo Baghino, in mostra al Buranello fino al 2 maggio prossimo. Nero, bianco, rosso, i colori che la fanno da padrone; stracci, cartoni, assi di legno e ferri arrugginiti i materiali di scarto riutilizzati dall’artista sampierdarenese che, reinterpretati e inseriti in un contesto artistico, risultano davvero funzionali al messaggio. “Io non ho paura – ti ricordo, mi ricordo” è il titolo della mostra e l’importanza della memoria è proprio il messaggio che passa attraverso queste opere. È il ricordo di eventi storici, passati e recenti, di forte intensità e drammaticità, di cui Baghino si è sentito protagonista: dalla denuncia di tutti i totalitarismi agli anni di piombo, dalla lotta per i diritti dei lavoratori ai falsi miti che, oggi, vengono inculcati alle nuove leve, fino al G8 del 2001, con il costante filo conduttore dell’amore per la libertà e la democrazia incarnate dalla carta costituzionale italiana e difese il 30 giugno 1960, durante il governo Tambroni, da quei ragazzi con la maglietta a strisce rosse – che non a caso compare in una delle opere esposte – tra i quali anche Baghino stesso. Attraverso il suo lavoro, vuole “raccontare e denunciare soprusi, ingiustizie e prevaricazioni, per lasciare a chi osserva un monito che travalica il messaggio artistico”. Lo scopo è stato pienamente raggiunto, ed è confortante sapere che la mostra sarà visitata anche dagli studenti di molte scuole genovesi, quelle nuove leve che hanno l’importante compito di mantenere la memoria nel futuro”.
Sara Gadducci