Fino a domenica 25 ottobre è in scena al Modena “Tintarella di luna”, un delizioso amalgama di recitazione, canto, danza, musica, favola, fantascienza che porta lo spettatore dentro all’articolato mondo artistico-scientifico-filosofico di Italo Calvino, un grande della letteratura italiana del XX secolo, un autore complesso, anticonvenzionale, profondo, visionario e ironico. Tintarella di luna è una nuova produzione del Teatro Nazionale di Genova di cui bisogna ringraziare il regista Giorgio Gallione per il quale Calvino è sempre stato “nume tutelare” perché “le sue pagine sono un terreno fertile per cercare un linguaggio e uno stile che si interroghi sui meccanismi del narrare, sia etici che artistici, sia civili che poetici”. Arrivare con questa Tintarella al Modena non è stato facilissimo: “Avrebbe dovuto debuttare lo scorso aprile” racconta Davide Livermore, Direttore del Teatro Nazionale di Genova. «Essere riusciti a produrre lo spettacolo adesso, ci rende particolarmente felici. È un segnale importante della vitalità e della capacità di reazione di questo teatro e di tutta la città». Interpretato dagli attori Cristiano Dessì, Rosanna Naddeo, Andrea Nicolini e dai danzatori del gruppo DEOS Luca Alberti, Diletta Brancatelli, Giuseppe Insalaco, Angelica Mattiazzi, Valentina Squarzoni, Francesca Zaccaria, con coreografie di Giovanni Di Cicco, musiche di Paolo Silvestri, scenografie di Marcello Chiarenza, costumi di Francesca Marsella, luci di Aldo Mantovani.
Il protagonista… sono due: c’è Calvino stesso, a esprimere ad alta voce i suoi pensieri di scrittore e di “filosofo” e c’è Qfwfq, il protagonista delle Cosmicomiche, la più bizzarra e affascinante creatura calviniana, che vive in prima persona tutta l’esistenza e le trasformazioni dell’universo. I due raccontano storie in cui il “calvinista” attento riconosce facilmente episodi delle Cosmicomiche, scampoli delle Città invisibili e accenni alla trilogia dei Nostri antenati e alle Lezioni americane, circondati da danze, canzoni e una miriade di citazioni dell’arte del Novecento, dalle canzoni e il cinema degli anni Quaranta a Marilyn Monroe, Gene Kelly, Marlene Dietrich, Braccio di Ferro…
Tintarella è uno spettacolo “multimediale”, un’atmosfera surreale in cui si gioca tra nuvole che sembrano uscite da un quadro di Magritte, si lanciano ciottoli – in realtà palline da ping pong – sugli spettatori, si incontrano lune vecchie da rattoppare e mondi minerali in cui si vive l’amore tra boschi di quarzo; tutti giochi, certamente, ma si sa che “la fantasia è come la marmellata, bisogna che sia spalmata su una solida fetta di pane” e questi giochi fantastici sono in realtà tutti stimoli a pensare: pensare all’esistenza, all’universo, al cambiamento, alle gioie e alle difficoltà della vita, anche ai mostri e all’inferno. Non poteva mancare la meravigliosa definizione dell’inferno che Marco Polo pronuncia alla conclusione delle Città invisibili: “L’inferno dei viventi….” Chi ama Calvino la conosce certamente, agli altri consiglio di informarsi, ne vale la pena. Applausi e “bravi” conclusivi tra le note della canzone Tintarella di luna e la voce di Jimmy Fontana che canta la sua hit Il mondo, che giustamente “non si è fermato mai un momento”.
Tintarella di luna è in scena al Teatro Gustavo Modena fino a domenica 25 ottobre: venerdì ore 20.30, giovedì e sabato ore 19.30, domenica ore 16, con tutte le precauzioni previste dai protocolli per il contenimento del coronavirus. Info e biglietti su www.teatronazionalegenova.it.