Gazzettino Sampierdarenese

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“Medea in Corinto”, l’eternità del Mito

Nov 30, 2021

Sull’onda dei successi ottenuti nella stagione 1810/12 al Teatro Fondo di Napoli, al compositore Giovanni Simone Mayr fu commissionata un’opera per il più prestigioso Teatro San Carlo. Per il libretto si rivolse a Felice Romani, giovane promettente poeta messosi in evidenza, con ottimi risultati pochi mesi prima a Genova, come autore de “La rosa bianca e la rosa rossa” andata in scena al Teatro Sant’Agostino il 21 febbraio 1813. La scelta cadde sul personaggio di Medea, mito della letteratura ellenistica, ispirata alla tragedia classica omonima di Euripide, già portata in musica da Luigi Cherubini nel 1797. Con il titolo di “Medea in Corinto” l’opera vide la sua prima rappresentazione al Teatro San Carlo di Napoli il 28 novembre 1813, seguita da una versione del 1821 presentata al Teatro Sociale di Bergamo. Nella splendida cornice di Bergamo Città Alta, nello stesso Teatro del 1809, nel duecentenario dalla prima rappresentazione della nuova versione, “Medea in Corinto” è andata in scena, riportando entusiastici e meritati consensi. In un nuovo allestimento della Fondazione Teatro Donizetti, il regista Francesco Micheli rilegge la versione del mito ellenico con un viaggio a ritroso nel tempo, dagli anni sessanta ai giorni nostri, dimostrando la contemporaneità di queste vicende lontane nel tempo, in un contesto di scene firmate da Edoardo Sanchi. Di alto profilo la parte musicale, dove la impeccabile direzione d’orchestra di Jonathan Brandani ha esaltato questo autentico gioiello di rarissima esecuzione. Ottimo il cast dove Carmela Remigio è stata una Medea straordinariamente umana nella rappresentazione complessa del personaggio, Juan Francisco Gatell un’ottimo Giasone, Marta Torbidoni una dolente Creusa e Roberto Lorenzi un autorevole Creonte. Completavano la locandina: Michele Angelini (Egeo), Caterina Di Tonno (Ismene) e Marcello Nardis (Tideo). Un plauso all’ottimo Coro Donizetti Opera diretto dal Maestro Fabio Tartari. Al termine prolungati e calorosi applausi.

gb

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