Erano oltre mille i cittadini che si sono dati appuntamento in piazza Montano nel tardo pomeriggio del 23 dicembre. Non solo residenti a San Pier d’Arena, ma anche rappresentanti delle associazioni del ponente e semplici abitanti, tutti hanno espresso il loro no deciso al collocamento dei depositi chimici a Ponte Somalia. Il presidio è stato organizzato dal Municipio Centro Ovest che, dopo l’assemblea pubblica del 9 dicembre, aveva poi avviato una raccolta firme al Centro Civico Buranello. La risposta era stata fortissima anche in quell’occasione, con un serpentone di gente in paziente attesa per poter esprimere il proprio personale appoggio al documento redatto dal Municipio con l’aiuto di esperti e la consulenza di avvocati. Una grande dimostrazione di democrazia che ha permesso di arrivare alla conclusione delle operazioni senza registrare alcuna tensione, nonostante la lunga coda e il freddo pungente. Così come è avvenuto ieri, quando la manifestazione ha bloccato le vie principali di San Pier d’Arena. La folla si è distribuita su tutta la piazza e, in modo molto ordinato, ha ascoltato gli interventi spontanei di alcuni fra i presenti. Le parole dette al microfono avevano un denominatore comune: giusto liberare Multedo da una servitù che dura da troppi anni, ingiusto spostare il problema a San Pier d’Arena. La proposta di collocare i depositi costieri a ponte Somalia è arrivata improvvisamente, eludendo completamente tutti gli studi che erano stati fatti sull’argomento, consulenze che hanno avuto un loro costo, come sottolineato da un cittadino. Presenti anche i rappresentanti del comitato Lungomare Canepa. Gli abitanti della zona, già costretti a vivere con una tangenziale che scorre davanti alle loro abitazioni, si troverebbero ad avere i depositi chimici a pochi metri dalle case. Ferma e decisa la loro posizione. Tra i presenti, anche il comitato solidale Firpo, con un volantino molto inclusivo, che in quattro lingue esprime il netto no allo spostamento dei depositi chimici a San Pier d’Arena e sostiene la chiusura definitiva delle attività del polo chimico di Multedo. Non solo comitati e associazioni, anche qualche rappresentante di partito si è alternato al microfono. Ma non si è trattato di una piazza schierata, bensì della partecipazione democratica dei cittadini alla cosa pubblica, residenti che sono intenzionati a difendere il diritto alla salute e a respingere tutti i rischi e le conseguenze negative legate allo spostamento, con raddoppio, peraltro, dei depositi da Multedo a San Pier d’Arena con una concessione di una cinquantina di anni. Se non a Ponte Somalia, allora dove? Non sono i cittadini che devono rispondere a questa domanda. Ci sono fior di esperti pagati per trovare un soluzione, anche se quella auspicata da molti è l’opzione zero, ovvero chiusura definitiva del polo chimico. Si parla tanto di transizione ecologica, che si faccia in modo che non siano parole vuote.
Marilena Vanni