Lo spazio antistante il varco portuale di Ponte Etiopia è andato riempiendosi già dalle ore 14 di sabato 25 febbraio grazie all’afflusso di centinaia di componenti dei vari movimenti e gruppi dell’ultra sinistra, assieme al sindacato di base dei portuali genovesi. Verso le 15 è poi giunto il corteo degli anarchici che avevano già effettuato il presidio in piazza Barabino per protestare sulla questione del caso Cospito e della sua situazione di salute aggravata dalla detenzione secondo l’articolo 41bis del Codice Penale. I due gruppi, divenuti così un corteo di diverse centinaia di manifestanti, sono entrati in porto dal varco “Etiopia” per sfilare all’interno dello spazio riservato ai movimenti di merci. Il “no” alla guerra ed alla Nato, si è quindi aggiunto alle richieste dei portuali sia di cessazione del transito di armi e componenti d’arma dal nostro porto, sia di maggiori garanzie sulla sicurezza del loro lavoro, spesso connotato da gravi infortuni. I dimostranti hanno stigmatizzato la progressiva privatizzazione in atto da tempo degli spazi portuali, fenomeno che conferirebbe nelle mani di alcuni big dello shipping e terminalisti un potere immenso in grado di condizionare pesantemente le scelte della politica. La situazione subirà altre evoluzioni, come è facile immaginare, e noi del Gazzettino ve ne daremo informazione.
Pietro Pero