Gazzettino Sampierdarenese

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L’eterno fascino del Trovatore

Mar 6, 2023

Due rappresentazioni con tutto esaurito, pubblico entusiasta ed applausi a non finire: questi i dati de Il Trovatore di Giuseppe Verdi, andato in scena al Teatro Municipale di Piacenza. Opera dall’imperituro fascino, incastonata fra “Rigoletto” e “La Traviata” amata dal pubblico di ogni tempo, con la sua storia d’amore, di tradimenti e di vendette, può a pieno titolo definirsi uno dei capisaldi dell’opera romantica italiana, fosca, violenta, tragica e si può considerare un autentico ritratto del compositore. Insomma lo stesso Verdi di quegli anni centrali dell’Ottocento in cui la sua arte, dopo una faticosa maturazione, trovò il modo di collocarsi con caratteri genialmente riassuntivi tra il passato ed il futuro. Infatti, ne Il Trovatore troviamo un intrigo romanzesco come ne “Un ballo in maschera”, elementi fantastici come ne “La forza del destino”, tinte tenebrose come nel “Don Carlos” e scene spettacolari come in “Aida”. Su libretto di Salvatore Cammarano, tratto dalla tragedia “El Trovador” di Antonio Garcia Gutierrez, vide la sua prima rappresentazione al Teatro Apollo di Roma il 19 gennaio 1853. Venendo allo spettacolo al quale abbiamo assistito, possiamo solo tessere lodi per la qualità dello stesso, confezionato con sapiente equilibrio in ogni sua componente. In un contesto scenico caratterizzato da un’enorme scatola scenica, con parallelepipedi in continuo movimento ad evocare un mondo astratto ma efficace in tutti i momenti della vicenda, ammirevolmente sobria la regia di Stefano Monti, che con Allegra Bernacchioni ha firmato questa pregevole messa in scena. Musicalmente di notevole spessore con ogni interprete padrone del ruolo affidatogli: Ernesto Petti (credibilissimo Conte di Luna), Chiara Isotton (un’intensa Leonora), Angelo Villari (un Manrico di tutto rispetto, generosissimo nel concedere il bis ne “la pira”) e Anna Maria Chiuri (una splendida Azucena; vibrante, dolente, dispensatrice di forti emozioni). Completavano la locandina Giovanni Battista Parodi (Ferrando), Ilaria Alida Quilico (Ines), Andrea Galli (Ruiz), Domenico Apollonio (zingaro) e Lorenzo Sivelli (messo). Di forte personalità la direzione dell’Orchestra Filarmonica Italiana a cura di Matteo Beltrami e l’ottima prova del Coro del Teatro Municipale di Piacenza.

gb

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