Gazzettino Sampierdarenese

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Nel ricordo del 14 agosto 2018: l’inaugurazione della mostra al Centro Civico Buranello

Ott 24, 2023

Nel pomeriggio di lunedì 23 ottobre, è stata inaugurata presso il Centro Civico Buranello la mostra fotografica “14 agosto 2018 – Storia di un crollo, affrontare la sciagura, vivere la solidarietà” a cura dell’associazione “Quelli del ponte Morandi” e dell’associazione Nazionale Vigili del Fuoco. La mostra, realizzata grazie alla collaborazione del Gazzettino Sampierdarenese e alla disponibilità del Centro Civico Buranello e della Biblioteca Gallino, è stata aperta al pubblico tutti i pomeriggi dal 23 al 27 ottobre, riservando le mattine alle visite delle classi delle scuole medie di San Pier d’Arena. La mostra si divide in due parti, una prima parte di mostra fotografica e una seconda parte che raccoglie tramite pannelli informativi, notizie e dichiarazioni, tecniche e non, sia precedenti che posteriori al crollo del ponte Morandi, riprese fedelmente da quotidiani e trasmissioni. Sono state raccolte cinquanta fotografie a colori che hanno raccontato i tragici eventi che si sono inevitabilmente susseguiti dalle 11.36 del 14 agosto 2018: dai primi soccorsi prestati nei minuti immediatamente seguenti al crollo, passando per la rappresentazione del dramma degli sfollati e ripercorrendo alcune delle giornate e dei momenti più delicati e toccanti, come i funerali di Stato tenutesi a pochi giorni della tragedia, arrivando fino alla demolizione e ricostruzione del nuovo ponte Genova San Giorgio. Le immagini raccolte raccontano una versione inedita di quello che per tutti i genovesi rappresenta un ricordo indelebile nella memoria: tra le fotografie protagoniste dell’evento vi sono, infatti, immagini mai viste prima conservate nell’Archivio di Stato dei Vigili del Fuoco, scattate dalla macchina di Antonio De Marco, fotografo del comando, che raccontano i fatti e i protagonisti direttamente dal campo, da un punto di vista irraggiungibile alle numerose testate giornalistiche accorse in quei giorni. Paolo Tosa, curatore insieme a Franco Ravera, Elena Guerci e al Centro Civico Buranello della mostra e presidente dell’associazione “Quelli del ponte Morandi”, l’associazione nata dalle più di duecentocinquanta famiglie sfollate dai quattordici palazzi di via Porro che si trovavano al di sotto del ponte, ha raccontato ciò che questo evento vuole comunicare: tenere viva la memoria, ricordare con rispetto le quarantatre vittime, la sofferenza degli sfollati, l’encomiabile lavoro e sacrificio dei vigili del fuoco, restituire quella solidarietà che è stata ricevuta dal territorio sin dai primi giorni della tragedia, soprattutto in un momento in cui le vicissitudini processuali tecniche ed incerte rischiano di offuscare e allontanare i cittadini dal ricordo della realtà vissuta in seguito al crollo del ponte. Di fronte al presidente del Municipio Centro Ovest Michele Colnaghi, all’assessore Luciano Cavazzon e all’assessore alla cultura Marta Pastanella presenti all’inaugurazione, Paolo Tosa ha sottolineato la partecipazione delle scuole medie del territorio di San Pier d’Arena all’iniziativa, ringraziando per il grande coinvolgimento e interesse dimostrato i presidi e i corpi docenti, che si sono dimostrati entusiasti trovando nella mostra un’occasione per trasmettere ai ragazzi un ricordo vivo e non mediato da televisione e social della tragedia. Fondamentale il ruolo dell’Associazione Nazionale Vigili del Fuoco, associazione nazionale composta da ex pompieri in pensione riconosciuta dal dipartimento con sede al Comando che, dal 2003, aiuta nel lavoro di preparazione logistico: tra le numerose attività svolte nell’ambito della mostra si deve a loro l’accesso alla gran parte del materiale fotografico inedito.  Questa mostra rappresenta solo l’ultimo dei lavori di collaborazione fra l’Associazione nazionale dei Vigili del Fuoco e l’Associazione “Quelli del ponte Morandi”, tra questi il libro fotografico ‘Morandi 11,36’ che ha contribuito insieme ad altri, come ad esempio, ‘Storia di una comunità violata’, alla raccolta di fondi stanziati alle comunità della Valpolcevera, maggiormente colpite dalle conseguenze del crollo. I rappresentanti dell’associazione Nazionale dei Vigili presenti all’inaugurazione, osservando fra le immagini esposte, hanno ricordato le sensazioni provate in quei giorni, dal ricordo di padre Celso, cappellano dei Vigili del Fuoco al cui funerale stavano andando proprio quel pomeriggio d’agosto del 2018, all’emozione indescrivibile per gli applausi scroscianti dedicategli dai presenti ai funerali di Stato per le vittime del crollo al loro ingresso. Dietro al velo di commozione che ancora adesso si intravede negli occhi di questi uomini nell’osservare le immagini di quei momenti, è palpabile insieme all’emozione anche la rabbia per quello che si sarebbe potuto fare, ma soprattutto per quello che forse non si è imparato da quel 14 agosto, da una fine della vicenda che non fuga tutti i dubbi sulla questione. A chiusura dell’inaugurazione è intervenuta l’assessore alla cultura Marta Pastanella che ha sottolineato l’impatto tragico che il crollo ha avuto nelle vite di tutti i cittadini, ma anche della forza che è stata dimostrata nella ricostruzione e ripresa negli anni che lo hanno seguito, evidenziando come questa mostra sia esempio di quanto la cultura sia importante per ricordare e far sì che ciò non accada mai più. La mostra si muoverà nella città e arriverà nel mese di gennaio alla biblioteca di Certosa dal Castello Foltzer.  In questa epoca in cui tutto sembra più vicino perché a portata di smartphone, in cui sembra che una semplice interazione social possa essere equiparata alla partecipazione attiva, questa mostra rappresenta un’occasione di vero coinvolgimento nel ricordo di un evento che ha indissolubilmente segnato la vita di tutti noi in quanto cittadini, in quanto genovesi, in quanto sampierdarenesi: come ha risposto il presidente Paolo Tosa sul perché scegliere proprio questo momento per l’esibizione della mostra, la memoria non ha tempo e il ricordo di quei giorni e di quelle vite e storie interrotte a metà merita di essere trasmesso ora come negli anni a venire.

Eva Zavattaro

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