Gazzettino Sampierdarenese

Il mensile di San Pier d'Arena online

Resoconto meteo-climatico dell’anno appena trascorso: come è andato a Genova?

Feb 4, 2025

Quello che ci siamo da poco lasciati alle spalle è stato – anche per Genova – un anno che segue la tendenza climatica globale, sebbene con le opportune peculiarità.

L’obiettivo di questa breve disamina è quello di rendere l’idea di come sia trascorso il 2024 dal punto di vista meteo-climatico, soffermandoci in particolare su una analisi delle temperature e delle precipitazioni nel centro-ovest della città di Genova, ove sono disponibili dati il più possibile accurati, e a tal fine sono stati realizzati grafici e tabelle a riguardo.

Per quanto riguarda le precipitazioni, ci affidiamo ai dati della stazione meteorologica di Genova Sampierdarena presso la Fiumara.

Figura 1: Grafico e relativa tabella sottostante dove vengono rappresentati gli accumuli di pioggia cumulativa annuale (sopra) e mensile (sotto in tabella) negli ultimi 6 anni dal 2019 al 2024. Dati riferiti alla stazione meteo di Genova Sampierdarena, nei pressi della Fiumara, fonte: Dati Meteoclimatici di Regione Liguria/Omirl-Arpal.

L’anno è cominciato più o meno in media con i precedenti cinque, ma dopo un gennaio abbastanza tranquillo, le prime forti perturbazioni dell’anno hanno determinato cumulate mensili di ben 218 mm a febbraio e 232.4 mm a marzo, a mani basse i rispettivi mesi più piovosi almeno dal 2019.

Dai primi di marzo le cumulate annuali parziali hanno superato, con un buon scarto, quelle degli ultimi sei anni almeno, anche grazie ad un maggio molto piovoso e un inizio d’autunno altrettanto instabile e perturbato. Le prime perturbazioni autunnali hanno fatto registrare un ottobre tra i più piovosi dell’ultima decade (il più piovoso sicuramente dal 2019), misurando 287.6 mm mensili.

Il passaggio tra autunno e inverno è stato invece più asciutto con accumuli mensili tra i più bassi, frenando quello che poteva diventare uno degli anni più piovosi – dopo l’alluvione del 2014 – per la città di Genova, al secondo posto dopo il 2019 che registrò il novembre probabilmente più piovoso del nuovo millennio, con quasi 900 mm mensili.

Associato alle precipitazioni, e quindi agli eventi perturbati è sicuramente anche il fattore vento, con raffiche massime che parrebbero in valore assoluto in calo a livello cittadino, eccezion fatta per alcuni casi isolati, ma è invece in crescita la frequenza delle burrasche, oltre che degli eventi estremi alluvionali o simili (in autunno ma anche in generale in altri periodi dell’anno). Anche i forti temporali, spesso veloci e fugaci ma comunque intensi e talvolta distruttivi, sono in aumento, specialmente in periodi inusuali quali la tarda stagione invernale, quando il mare più caldo della norma è capace di fornire carburante necessario ad alimentare forti perturbazioni o semplicemente episodi legati a temporanei indebolimenti dell’Alta Pressione predominante.

Passando all’analisi termo-igrometrica, sono stati usati invece i valori della stazione meteorologica di Genova Bolzaneto.

Figura 2: Grafico e relativa tabella sottostante dove viene rappresentata la temperatura media dell’aria giornaliera (sopra) e mensile (sotto in tabella) negli ultimi 6 anni dal 2019 al 2024. Dati riferiti alla stazione meteo di Genova Bolzaneto, fonte: Dati Meteoclimatici di Regione Liguria/Omirl-Arpal)

La stagione fredda è iniziata con un sopramedia generale e valori termici tra i più caldi, come d’altronde a livello nazionale e globale. Abbiamo registrato il febbraio più caldo almeno dal 2019, ma probabilmente uno tra i più caldi del nuovo millennio. Anche aprile è stato molto caldo, se non fosse stato per un calo termico dopo la metà del mese che ha smorzato la media mensile, che avrebbe superato anche quella del 2020 (+14.5°C a fronte di +14.8°C dell’aprile 2020).

Il passaggio tra primavera ed estate ha registrato valori in media o solo lievemente sopra la media, mentre sono stati proprio i mesi centrali dell’estate a registrare picchi elevati: la tendenza degli ultimi 5-6 anni sembra mostrare uno spostamento del picco di calore estivo dal bimestre giugno-luglio (2019) a luglio-agosto (dal 2021-2022), e negli ultimi due anni sembra essersi attestato ad agosto.

Nulla di strano, da questo punto di vista, poiché è risaputo che in Liguria il periodo più caldo spesso è quello che coincide con la fine di luglio e la prima metà di agosto, grazie al potere mitigatore della brezza marina che fino a luglio riesce a stemperare i picchi di calore, e grazie ad altri fattori che spesso favoriscono un clima meno estremo, come invece succede in Pianura Padana e altre zone d’Italia.

Strani, se mai, potrebbero risultare i picchi di calore tra giugno e luglio a cavallo del periodo 2019-2022, in parte spiegabili grazie alla posizione delle rimonte anticicloniche occorse e alle peculiari condizioni stagionali, in un clima che comunque a livello regionale e globale sta registrando sempre più record di caldo ed eventi estremi, con il Mediterraneo uno dei maggiori ‘hotspot’ climatici globali, in altre parole sede dei maggiori stravolgimenti a livello meteo-climatici.

Questo lo possiamo vedere nei singoli casi, talvolta emblematici, quali picchi di calore eccessivamente elevati, difficilmente riscontrabili negli annali climatici, ma molto più spesso nella frequenza di questi eventi estremi, che siano ondate di calore più durature o accumuli di precipitazione che portano ad alluvioni e disastri naturali. Il 2024 non ha fatto di questo un’eccezione, ricordando come esempio le alluvioni verificatesi nel savonese e genovese nel corso del passato autunno, in cui sicuramente ci sono stati errori umani ma anche innegabili circostanze naturali a cui ormai dobbiamo fare abitudine, specialmente negli ultimi decenni.

Un’altra anomalia riguardante i mesi estivi e inscindibile dall’analisi termica, è legata al ruolo dell’umidità – noi parliamo di quella relativa espressa in percentuale di vapore acqueo nella miscela di aria umida – che risulta in crescita negli utimi anni. I primi mesi dell’anno sembrano infatti più umidi che in passato, mentre quelli conclusivi sono leggermente più secchi.

Anche in estate sembra esserci una lieve ma meno marcata tendenza a valori percentuali igrometrici maggiori , eccezion fatta per il 2020, anno tra i più umidi dell’ultimo decennio. Da ciò ne derivano le nostre estati sempre molto afose, che evidenziano un forte disagio fisiologico da caldo e umidità elevate, in alcuni casi molto più accentuato che in passato.

Tornando all’ambito strettamente termico, l’anno 2024 si è concluso circa in media con l’ultimo lustro solare, meno caldo del terzo quadrimestre nel 2022 e nel 2023, decisamente da record.

Ora non ci resta che osservare come andrà con il 2025, anno che è iniziato più fresco ma ad ogni modo sopramedia sia a livello locale che nazionale, la tendenza dunque al momento sembra indirizzarci verso un nuovo anno mediamente caldo e abbastanza piovoso, per ulteriori dettagli ci toccherà aspettare!

Lorenzo Mario Bozzo

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.