Quello che in decenni non ha fatto la politica mondiale sono riusciti a farlo due grandi uomini venuti da lontano ed ora “italiani”, della Città del Vaticano. Lo hanno fatto attraverso la Fede; per questo sono forse… miracoli laddove e quando diplomazia e politica non riescono neppure a riportare in Patria due marò ingiustamente prigionieri in India. Cedendo, temo, a questioni di interesse economico piuttosto che giudiziario. Papa Giovanni Paolo II ha fatto crollare il muro di Berlino; Papa Francesco quello meno “edile” tra Usa e Cuba, ma altrettanto duro da demolire. E ora le due nazioni si parlano; forse diventeranno persino amiche. Due grandi eventi pluri commentati da media ed insigni (in molti casi di fa per dire) opinionisti e che non vogliamo qua commentare anche noi. Piuttosto ci limitiamo ad alcune riflessioni su queste vicende epocali. Sulle capacità di mutare il mondo che le istituzioni non hanno e che invece la Chiesa, deputata a parlare agli animi e consigliare, piuttosto che rimescolare situazioni politiche, possiede. Una grande vittoria per l’umanità, un’altra sconfitta per la miseria morale della politica, che offre invece scenari squallidi di ruberie, disonestà, curruzione, incapacità a risolvere i problemi. Che si dimostra inadatta a sostituire alle guerre la trattativa, il ricambio culturale; che non è capace di porre fine a conflitti fratricidi, etniaci, ad odi secolari, guerre di religione, queste si competenza di diplomazia e politica. Che in Europa non è riuscita a migliorare la vita, ma ha fatto addirittura piombare il nostro antico e ricco di storia e cultura, continente in zona povera del mondo. Sbagliando leggi, prostrandosi a banche e poteri forti e dilaniando il cittadino qualunque, sofferente e ormai in miseria, vittima di imbellicità di governo e leggi e leggine insipide, inutili, formali e sbagliate.
Ecco, da cattolico (ma sull’opera della Chiesa nello sgretolamento del muro e nei rapporti Usa-Cuba credo che sia evidente a tutti l’azione efficacemente “laica”) è questo il messaggio che mi fa piacere lanciare per Natale e come auspicio per il 2015. Mi esimo, oggi, dalle solite parole forti di critica al malgoverno, che sarebbero comunque opportune. Lasciamo spazio per un attimo alla Pace. E’ più importante.
E se gli auguri ce li faremo da questo sito tra pochissimi giorni, prossimi alle feste, con un altro editoriale, non ci sarà, invece, quello di sabato prossimo. Anche i direttori qualche volta vanno in vacanza….
Dino Frambati
precedenti editoriali:
Il fondo del direttore nel numero di questo mese, ora in edicola: “Se ne va il 2014…”
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