No, non è il compenso dei giornalisti e neppure quello dei direttori. No. E’ piuttosto una banconota da 500 euro a dare lo spunto per l’editoriale di questo sabato, essendoci su questa l’ennesimo delirio normativo italiano. Dimostrazione ulteriore e lampante che l’Italia politica del dire è ben diversa da quella del fare. Si dice di voler abbattere la burocrazia e la normativa che diventa ossessione, quando nella pratica avviene il contrario. Sapete che se avete in tasca una banconota di tale taglio e non riuscite a farvi dare il resto, perché magari dovete acquistare il Gazzettino che costa 1,50 oppure volete abbonarvi (15 euro), ed allora decidete di entrare nella prima banca che trovate per strada, chiedendo di cambiare con banconote di taglio minore vi viene risposto che è impossibile? Per legge può cambiare la vostra banca dove siete identificati e conosciuti; in un’altra, dove non avete conto, per cambiarvi 500 euro con 10 da 50 o altre per analogo importo, vi devono identificare, chiedere un documento, sottoporvi ad anti riciclaggio. Insomma dobbiamo dimostrare noi cittadini che siamo onesti, non mafiosi, non abbiamo rubato, che il denaro non proviene da “nero”. Assurdo e folle, ma è così. Stupiti che quando tutti i nostri governanti vanno affermando che la burocrazia, le troppe leggi, affossano l’Italia, per contro esistano poi tali situazioni? No, in Italia non c’è da sbigottirsi di nulla. Domandandoci se questa è democrazia, non si può fare a meno di pensare come fior di mega, iper, super industriali, professionisti, aziende, ditte, manager, politici, super tecnici e grandi e strapagati burocrati riescano a far girare capitali come in giostra in tutto il mondo in maniera perfettamente legale. Le leggi permettono questi giri di soldi più rapidi ed ammiccanti che giri di valzer o tango. E mentre noi, piccoli cittadini qualunque, dobbiamo dimostrare che il contante non proviene da torbide manovre ed operazioni, c’è chi ha organizzato bande malavitose ed estorsive, imperversando nella cosa pubblica, corrompendo e venendo corrotti. Roma caput mundi….ci siamo capiti, no? Nessuno ha mai chiesto a costoro conto di tante ricchezze e spese? Nessuno sapeva ttra quelli che stavano loro a fianco? Popolo ingenuo, a partire da Tangentopoli quando venne scoperta l’acqua calda di corruttele e malaffare!
A sabato prossimo, cari navigatori di questo sito ed amici della pagina facebook del Gazzettino.
Dino Frambati
Gli editoriali scorsi:
Romagna mia https://www.stedo.ge.it/?p=16110
Dedicato a un’amica https://www.stedo.ge.it/?p=16062
Questa è un’altra assurdità tipicamente italiana che si va ad aggiungere a quella sull’acquisto di un auto, magari poco più di un’utilitaria e magari pagandola con una valanga di rate ma che se per disgrazia supera il valore di 14.000(quattordicimila) euro e non Maserati o Ferrari e varie….si viene immediatamente sottoposti a verifica fiscale!!!! Peggio che in un sistema totalitario!!!!
* Dino, hai proprio ragione ad indignarti per l’ennesima mala sortita governativa.
* Da parte mia sostengo che la burocrazia è aumentata vertiginosamente proprio da quando si è proclamato ai quattro venti, da parte del Governo, di volerla semplificare e ridurre!
* Aveva ragione Marchesi: lo slogan dell’insipiente burocrate è “Bolli, sempre bolli, fortissimamente bolli!”… vale a dire regole su regole, normative su normative, lacci e lacciuoli ovunque e per qualsiasi pratica o atto fatto dal povero cittadino onesto che tale non mai è per la stolida burocrazia.