Gazzettino Sampierdarenese

Il mensile di San Pier d'Arena online

Il dado è “brutto”

Giu 4, 2015

monu1Riceviamo e pubblichiamo:

Buongiorno. Vi scrivo in merito alla particolare situazione che si sta creando a San Pier d’Arena, quartiere importante per la città, quartiere ricco di tante buone cose ma anche purtroppo pieno di problemi. Su questi problemi tante associazioni fanno riflessioni, cercano di trovare soluzioni attraverso il costante impegno e la buona volontà di realizzare eventi utili al rilancio. Ma certe volte è anche giusto cercare di richiamare l’attenzione su problemi semplici, come quello che vado a segnalarvi. A metà gennaio un’artista locale cercò di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni sul problema annoso della massiccia presenza di prostitute in via San Pier d’Arena e a tutto ciò che ne ruota intorno come locali o personaggi di malaffare tramite l’esposizione di finti cartelli stradali che indicavano prestazioni sessuali. Un evento a spot che fu sicuramente una buona trovata per richiamare l’attenzione voluta. Quei cartelli furono giustamente e prontamente rimossi perché potevano anche sembrare un invito ai clienti a recarsi in zona per trovare compagnia. Ora però, l’artista, si prepara ad una nuova trovata che purtroppo avrà una sua esposizione molto più lunga. Trattasi di un opera alta circa 11 mt raffigurante due figuri (ricoperti da gratta e vinci?) che salgono un simbolico albero della cuccagna per raggiungere una vetta con scritto “Game Over” (da qui il nome dell’opera). Questa imponente struttura verrebbe installata in largo Ernesto Jursé, alle porte del quartiere ma dall’immagine allegata noterete come la struttura non sembri comunicare il degrado morale dei ludopatici ma sembra più un “venghino signori venghino” per una locale Las Vegas. Pare che l’opera sia stata parzialmente modificata, anche se in Municipio nessuno ha traccia di queste modifiche a quanto ci è stato detto. Per ora è comparso solo un dado dalle dimensioni imponenti in una delle poche zone verdi rimaste. Come si può approvare un’opera di cui non si ha neanche una bozza? Possibile che un qualsiasi artista, per quanto possa avere buone intenzioni, possa di testa sua erigere un monumento senza doverne rendere conto a nessuno? Abbiamo cercato in vari modi di capire chi e come avesse autorizzato questa “opera” che non piace ai cittadini, ci sono state date molteplici versioni, pare che le due Commissioni (Municipali, ndr) abbiano dato parere contrario e che nonostante questo la Giunta (Municipali, ndr) abbia dato l’approvazione. Secondo un ultimo colloquio avuto con un membro di questa Giunta, fra l’altro il consigliere municipale che più si è speso per i permessi, sarebbe addirittura stato il Ministero a scavalcare Commissioni, Municipio e Giunta (che peraltro non lo aveva bocciato con fermezza) per far erigere questo triste monumento al degrado. Noi vogliamo delle risposte, vogliamo che finalmente qualcuno si prenda le responsabilità e ne risponda alla cittadinanza, vogliamo partecipazione nelle scelte. Il quartiere si è espresso contrariamente a questa opera e sui social media, vedere “Noi di Sampierdarena” come pagina Facebook per farsi un’idea, ad una prima sensazione di sgomento si è passati velocemente alla rabbia quando dai primi riscontri sembra che in Municipio nessuno abbia preso una posizione concreta contro questa opera. Ora, senza voler mettere censure alcune all’arte e rendendomi conto che certe finezze possono essere apprezzate solo dagli esperti del settore, ha senso che se la cittadinanza si ritiene offesa da un opera, che magari costerà anche dei soldi pubblici, venga imposta dall’alto? Ha senso che davanti a tanti tentativi da parte dell’associazionismo per rilanciare un immagine positiva del quartiere questo venga non riqualificato attraverso un abbellimento ma evidenziato il suo degrado con una specie di cartello di richiamo al degrado sociale? Speriamo che il buon senso almeno in questa occasione prevalga e che venga immediatamente fermata questa costruzione, servono spazi verdi, servono fontane, servono elementi che ripuliscano l’immagine del quartiere, non serve una freccia puntata contro a ricordare a chiunque entri nella circoscrizione che qui la politica ha fallito.
Cordiali saluti.

Luca Disint

monu2

1 commento su “Il dado è “brutto””

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