Allertati per maltempo, avvisati per scadenze di ogni giorno, telematizzati, spiati attraverso i social, le carte di credito, le telecamere di sicurezza (servissero una volta a beccare i delinquenti), le cellule che agganciano i nostri cellulari. Siamo finiti: addio serenità e privato. Siamo sottomessi ad una dittatura telematica voluta dal potere che ci sta rendendo servi nel nome di aiutarci, avvisarci e farci del bene. Norme, controlli che si stanno avvitando su se stessi e finiranno con lo stritolarci. Mi domando se mai, per caso, un giorno, i computer dovessero ribellarsi, bloccarsi, che accadrebbe. Andrebbe in “tilt” il mondo e senza navigatore ed il suo…”ricalcolo” chissà dove finiremmo. Perché ormai abbiamo mandato il cervello in pensione. Se il cartello autostradale ci dice Bari ma il navigatore ci dice di svoltare per piazza Cordusio a Milano, noi svoltiamo a destra e finiamo in Adriatico. Addio navigatori (persone) dei tempi di Colombo che arrivavano in America guardando le stelle o da dove sorgeva il sole. E addio a Lindberg che con orologio, antica bussola e senso dell’orientamento sorvolò l’Atlantico. Oggi (è cronaca della vigilia di Natale) due piloti radio assistiti sono atterrati con volo di linea sulla pista di rullaggio a Pisa. E che dire dell’informazione: i giornali cartacei sono in caduta libera e persino le tv private soffrono di calo vertiginoso di ascolti. Ormai c’è dio internet ed il web, zeppo di siti improbabili, non professionali e professionisti, dove ognuno dice la sua e moltissimi, come beoti, attingono da questo come se fosse oracolo, Vangelo, Bibbia o Corano. “Ho letto su internet”, ti dicono, senza sapere che faccia o preparazione avesse lo…scrittore e disdegnano il tuo parere che magari nel settore ci stai da una vita. E comunque letto il titolo, letto tutto e via a gettarsi in disquisizioni sull’evento senza neppure avere letto le – due – righe – due – che accompagnano quel titolo magari pure strampalato. Leggo anch’io e al pc ci passo la vita: leggo cose vere ma anche molte bufale del secolo, idiozie e quando cerco qualcosa lo trovo, se va bene, una volta su tre nel suo esatto contesto. E che dire dei documenti: ormai devi dimostrare di essere te stesso. Se rinnovi qualche titolo che possiedi da anni ti vivisezionano come fosse la prima volta, salvo poi dare patenti a cani e porci che ti domandi se abbiano il senso della strada quando li incroci. E dico patente perché è documento ormai universale e diffuso e quasi tutti ce l’hanno compreso chi non sa guidare. Non parliamo poi di patentino nautico mentre pur nelle complessità delle sue more e dei check obbligatori, capisco come il brevetto da pilota richieda ad ogni rinnovo un iter non semplicissimo. Tuttavia se si applicasse la logica di questo sulle patenti, per strada avremmo soltanto 2 o 3 incidenti l’anno e non 100 mila con 6 mila morti soltanto in Italia. Insomma ormai siamo schiavi di tutto, tecnologia e burocrazia. Bellissima di per se la prima, splendido aiuto a vivere se si fosse parallelamente fatta evolvere con la cultura come, invece, non è stato. E da qui sono nati equivoci e problemi per non dire guai. Oggi pulluliamo di laureati ignoranti che della vita non sanno nulla e di teorici manager o tecnici che parlano inglese benissimo ma sbagliano condizionali, congiuntivi e pensano che la consecutio temporum sia l’ineludibilità del tempo che passa. Su tutto ciò mettiamo una classe dirigente politica, imprenditoriale e simile che mai è stata di così basso livello e, per contro, grande incapacità. Decisioni assurde come quella di bloccare le auto vecchie a Genova, città meno inquinata d’Italia, per rendere l’aria più respirabile. Penalizzare la gente per incapacità endemica di trovare soluzioni ai problemi e creare un trasporto pubblico all’altezza del compito. Illustri scienziati ci hanno detto come l’inquinamento derivi da ben altro e nessuno parla del cibo da disgusto che ingurgitiamo. Ma qua il silenzio è d’obbligo anche se ci fanno venire l’ulcera perché multinazionali e potentati industriali potrebbero seccarsi. E se piove a dirotto…allerta, allerta. Autoprotezione. Facciamo noi quello che non sono capaci a fare i nostri governanti. Salite ai piani alti se c’è l’alluvione perché restituire dignità e sicurezza al territorio bisogna saperlo fare e chi governa non lo sa. C’è lo smog? Vai a piedi, prendi i mezzi pubblici che non ci sono ed usa il pessimo servizio. Che gli frega ai politici se ti rubano la vita e ti impediscono di girare liberamente, assistere i genitori anziani o fare ciò che ti piace e ne hai diritto. Loro intanto vanno in taxi o hanno l’auto blu. E se viene l’alluvione ai piani alti, nei loro uffici, ci sono già.
Dino Frambati
d.frambati@seseditoria.com
precedenti editoriali:
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