Gazzettino Sampierdarenese

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Maria Vietz ci ha lasciati

Feb 29, 2016

FestaGazzettino (60)

Quando il Gazzettino decise di dedicare una pagina alla lingua genovese, affidandomene la gestione, la prima collaboratrice che individuai senza esitazione fu Maria Vietz. E non poteva essere differente perché dove c’era il genovese, c’era Maria Vietz.

Sì, c’era, perché a 90 anni (compiuti il 27 di gennaio) Maria ci ha lasciati. Per me che l’ho conosciuta e l’ho frequentata per lungo tempo è una perdita incolmabile. Ma Maria era un personaggio pubblico, quindi di tutti, che aveva conquistato notorietà con la sua arte di grande attrice di teatro genovese. E per il genovese si donava interamente. Per anni ha collaborato con l’associazione A Compagna, di cui è stata il primo vicepresidente donna, allietando con la sua presenza, il suo garbo e la sua pungente ironia i “Martedì” a Palazzo Ducale. Era una lettrice fantastica di poesie che, recitate da lei, acquistavano un significato e una bellezza inaspettate.

Moltissimi sono i raccontini, le scene di vita vissuta che ha scritto per i lettori del Gazzettino in un genovese impeccabile e verace. Io mi sono sempre chiesto dove scovasse le vicende che ci raccontava, da vera affabulatrice, spesso con finali a sorpresa o epiloghi imprevedibili.

Mi mancherai, Maria. E mancherai a tutti: con te se ne va un pezzo importante di Genova, di una Genova nobile ma spiritosa, superba ma affabile. Se ticosavimo, Maria, e a l’ea ’na demoa pe dise de voeise ben. Pe questo veuggio serâ co-e paròlle da poexia “I çetroin” do Vito Elio Petrucci: “me pâ de longo de zugâ con ti”.

Ciao, Maria.

8 commenti su “Maria Vietz ci ha lasciati”
  1. Sono davvero addolorato per questa grave perdita. Maria era una persona squisita, dotata di un’umanità non comune, e la sua grande capacità di comunicare l’ha resa indimenticabile per chiunque abbia a cuore Genova, la lingua genovese e lo stare insieme con semplicità. Ricordo bene quando stavamo preparando la grande festa del Gazzettino, circa 5 anni fa. Volle dare il suo contributo non solo recitando alcune poesie alla sua maniera, ma sobbarcandosi anche l’impegno di “istruire” e correggere Franco, Carletto ed il sottoscritto nella preparazione della piccola recita che aprì la festa. L’ho poi incontrata diverse volte alla “Compagna” ed ho ascoltato con gusto i suoi interventi. Mi spiace davvero molto, ma penso anche che in Cielo ci sia un posticino speciale per persone come Maria che hanno dato tanto al cuore di tutti. Grazie Maria, per tutto.

  2. Ho saputo mentre ero fuori Genova della notiizia e ne sono addolorato profondamente. Genova perde un’icona ed una grande artista. Il teatro dialettale italiano una grande interprete del genovese. Ci sentivamo per telefono qualche volta, anche in tempi recenti, ricordando il passato, quando ci eravamo conosciuti, negli anni ’80 e ’90, negli studi di Telegenova dove eravamo ospiti, lei come la più grande attrice genovese, io come opinionista. E nacque un feeling formidabile oltre al fatto che andare in onda in diretta ci divertiva ed esaltava. E come Pietro e penso tutti noi del Gaz la ricordo sul palcoscenico del Modena, quando le consegnai i fiori a nome del Gaz e si commosse. Lei abituata a tutti i teatri possibili. Mi è stata vicina quando persi mamma, a luglio. Erano coetanee e di questo si parlava spesso con lei. Difficile, forse persino impossibile venga eguagliata, maestra di teatro ma anche di vita. Saggia e dolce, schietta e ironica anche quando voleva essere severa. Lo faceva con affetto.
    Dino Frambati

  3. Maria ,grande e meravigliosa persona ,prima che maestra di lingua genovese . X me di origine piemontese ( mi chiamava Gabibba”) la sua conoscenza e poi amicizia ha significato entrare nella genovesita’ e amare ancora di più la nostra bella Zena . Non la dimenticherò mai.Ciao Maria

  4. Maria carissima, ti ricordo ancora come la bionda, bella signora che recitava alla Sala Carignano, dove spesso ci incontravamo e dove abbiamo recitato in tante commedie . Sapevi commuovere ed anche far ridere con la tua spontaneità ed il tuo animo gentile, anche se a volte ti divertivi ad apparire burbera. Per ben due volte, negli anni passati, mi hai passato il testimone, perché ho qualche anno meno dei tuoi. In “Colpi di timone”, quando con la tua brillante autoironia chiedesti al regista di non farti più fare la parte dell’ingenua segretaria, la passasti a me. Poi ho preso il tuo posto al Gazzettino Sampierdarenese, portando avanti la rubrica “S’òu dimmo in zeneize”. Sono fiera di questo e ti ricorderò sempre con ammirazione ed affetto. Ebe

    1. Grazie Ebe condivido quello che hai scritto Maria ci mancherà moltissimo e credo che abbia dato generosità nel delegare un seguito per tramandare il cuore genovese ?

  5. Le dissi yna volta: ” Noi due abbiamo cenato insieme!” Replicò con questa frase: “Ma quande niàtri dui emmu mìsso i pe insemme sotta a toa?”… poi si ricordò di una cena organizzata dal Centro Cultura “il Tempietto”, e ricordò anche che io ero seduto al suo fianco. Aveva tenuto piacevolmente banco per tutti i convitati, spargendo ironia e allegria insieme. Altre volte mi capitò di incontrarla e di salutarla. Una volta si fermò, mi guardò e fissandomi com’era solita fare lei: “Ah, ma vuscia o l’e quello che unna votta o l’a parlòu do Firpo a “A Compagna” e o m’à faeto leze e soe poexie!” Ora Ezio e Firpo ti accoglieranno e vorranno sentirti recitare “Ciammime un po unna mattin” e tanti altri versi che sapevi rendere così melodiosi e gradevoli nelle tue letture. Ciao, Maria, e grazie!

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