Parlano di noi, del Gazzettino Sampierdarenese, di San Pier d’Arena, di Genova e della sua storia, anche all’estero. I casi della vita a volte sono curiosi. All’inizio delle ricerche su Capitan Bavastro, questa affascinante figura di corsaro ottocentesco, che probabilmente ispirò Salgari, personaggio storico tra i più rappresentativi di San Pier d’Arena (dove nacque nel 1760), ma nizzardo di adozione, non avrei mai pensato che l’articolo che ne è poi derivato, pubblicato sul numero del Gazzettino Sampierdarenese di febbraio, sarebbe stato ripreso in versione francese sul numero di maggio della prestigiosa rivista Lou Sourgentin di Nizza. E invece eccolo lì, corredato da una bella, antica illustrazione che rappresenta San Pier d’Arena ai piedi della Lanterna, celebrata come “uno dei fari più antichi del mondo ancora in funzione“. Riguardo a Giuseppe Bavastro, si sapeva, naturalmente, del suo comportamento eroico nella difesa di Genova, presidiata dalle truppe napoleoniche di Andrea Massena durante il terribile assedio del 1800 ad opera delle marina britannica (e delle truppe austro-russe da monte). Si sapeva, senz’altro, della sua lunga vita avventurosa di corsaro, sia nel Mediterraneo (al servizio della Francia rivoluzionaria e napoleonica contro la marina britannica), sia nel Nuovo Mondo (contro la marina spagnola, in Sudamerica, a servizio della causa indipendentista e liberale di Simon Bolivar). Si sapeva anche che la sua famiglia viveva a Nizza al momento della sua nascita. Ma si è sinora anche erroneamente creduto che le origini della sua stirpe fossero spagnole e che suo padre Michele, ingegnere idraulico nell’ambito dei lavori di ingrandimento del porto di Nizza, fosse nato in quella città rivierasca (che dal 1388 al 1860 appartenne a Casa Savoia, in stretta simbiosi con la cultura ligure di allora). L’articolo, invece, prendendo le mosse dai recenti, approfonditi studi di archivio della ricercatrice nizzarda Evelyne Castelli, dimostra che anche il padre del Capitano nacque a San Pier d’Arena, così come la madre, Geronima Parodi (le cui origini genovesi erano invece già note). Ed è particolarmente significativo che proprio i nostri ‘cugini’ nizzardi lo riconoscano. Vuol dire che, ancora una volta, il Gazzettino ci ha visto giusto. Una coincidenza che ci fa onore: trattando dell’atto di battesimo del Capitano, garibaldinice.free.fr, il blog della studiosa Evelyne Castelli, rinvia a sanpierdarena.net, il sito delle ricerche del compianto Ezio Baglini, curato dagli amici del Gazzettino. Il secondo punto su cui si incentra l’articolo sono i rapporti, sinora poco indagati, tra Bavastro e Garibaldi, proveniente da un’altra famiglia ligure emigrata a Nizza nella seconda metà del XVIII secolo. Le due famiglie, guarda caso, abitavano entrambe sul porto, a poca distanza. E vi sono prove che indicano relazioni di amicizia tra i due clan ancor prima che Giuseppe Garibaldi nascesse (nel 1807). Anzi, appare probabile che i due celebri personaggi ‘nizzardo-genovesi’ si siano conosciuti. E che il giovane Garibaldi sia stato influenzato proprio dalla figura avventurosa di Bavastro (averlo come… vicino di casa fino a 26 anni, anche se sempre in giro per il mondo, non dovette essere un fatto trascurabile). Tra le loro biografie, infatti, ci sono notevoli affinità: entrambi furono di idee libertarie e grandi marinai. E anche Garibaldi durante l’esilio nel Nuovo Mondo fece una ‘guerriglia di corsa’, combattendo gli Spagnoli a favore delle giovani Repubbliche sudamericane. Dalle carte emerge infine la prossimità tra questi due personaggi e una terza figura nizzarda di grande rilievo storico, anche se il giudizio sul suo operato di principale generale napoleonico è controverso: Andrea Massena (la cui famiglia, visto il cognome, era anch’essa di probabili origini liguri). Amico e quasi coetaneo di Bavastro, anche Massena abitò nel quartiere portuale di Nizza. Anzi, nella stessa casa dove poi avrebbero abitato i Garibaldi. Nelle sue memorie, trascritte nel 1860 da Alexandre Dumas, l’Eroe dei due Mondi sottolinea, con una punta di orgoglio, che la propria nascita avvenne addirittura nella medesima stanza dove circa cinquant’anni prima era nato il futuro Maresciallo di Francia. Senza trascurare di ricordare che il padre di Andrea… aveva fatto il fornaio al piano terra dello stesso stabile, nel negozio ancora esistente all’epoca in cui Garibaldi dettava le sue memorie a Dumas. Una serie di coincidenza incredibili e sinora poco esplorate tra tre personaggi che costituiscono altrettanti legami storici tra Genova e Nizza. Oggi purtroppo non ci resta più nulla delle case sul porto di Nizza dove vissero. E a San Pier d’Arena non c’è neanche un vicolo intitolato a Giuseppe Bavastro (Genova, matrigna, gli ha dedicato solo una via secondaria a Pegli).
Marco Bonetti
Anche Salgàri abitò a Sampierdarena. Salgàri infatti per due anni, dalla fine del 1897 alla fine del 1899, abitò in Casa Rebora 96, probabilmente in via della Coscia.
Grazie del contributo.
Figurati! Per far fare bella figura a Sampi questo e altro. Anche Nietzsche ci capitò per caso……..ma questa è un’altra storia!!
Hai detto bene, Luana: è bene apprezzare ciò che di buono c’è nella nostra storia e nella nostra cultura (e il Gazzettino è stato un antesignano nel valorizzare la lingua genovese). Purtroppo nella Genova e nella San Pier d’Arena di oggi spesso si fatica a rintracciare episodi di quella grandezza che invece ritroviamo nel nostro passato, anche non lontano.
Ti ringrazio per l’accenno a Nietzsche: un episodio che ignoravo.
Appena ho due minuti ti riporto il fatto. Non sono abituata a scrivere cose a caso!