Ne avevamo parlato qualche mese fa sulle colonne del Gazzettino Sampierdarenese, grazie ai nostri collaboratori Mirco Oriati e Rossana Rizzuto. Nel libro “I quarantanove racconti” del celebre scrittore americano, premio Nobel per la letteratura nel 1954, la nostra San Pier d’Arena viene citata nel racconto “Che ti dice la patria?” con queste parole: «Pioveva a dirotto quando passammo dai sobborghi di Genova e, anche andando pianissimo dietro i tram e gli autocarri, la melma liquida schizzava sui marciapiedi, sicché la gente si rifugiava nei portoni quando ci vedeva arrivare. A Sampierdarena, il sobborgo industriale vicino a Genova, c’è uno stradone con due binari del tram, e noi stavamo in mezzo per non schizzare il fango sugli uomini che tornavano dal lavoro. A sinistra c’era il Mediterraneo. C’era mare grosso, e le onde si rompevano e il vento soffiava la spuma sulla macchina. Il letto di un fiume che, quando eravamo passati, venendo in Italia, era largo, asciutto e sassoso, adesso era pieno di un’acqua torbida e impetuosa. L’acqua fangosa scoloriva il mare e quando le onde, prima di spezzarsi, diventavano chiare e sottili, la luce passava attraverso l’acqua gialla e le creste, staccate dal vento, volavano da un lato all’altro della strada.»
Nel nostro archivio fotografico abbiamo trovato una vecchia fotografia dei primi del ‘900 dove si vede la strada raccontata da Ernest Hemingway: via Vittorio Emanuele, l’attuale via San Pier d’Arena. Come si può vedere la strada aveva il doppio binario del tram e le poche auto del tempo potevano passare, sia in un senso che nell’altro, al centro della carreggiata. Poi lo scrittore americano parla di un fiume, che è sicuramente il Polcevera, che vede attraversando il ponte di Cornigliano, proseguendo il suo viaggio verso ponente. Significativa la descrizione del torrente da parte di Hemingway che al suo arrivo a Genova, probabilmente in estate, lo vede “largo, asciutto e sassoso”, mentre nel tragitto di ritorno, nel periodo autunnale, lo definisce “pieno di un’acqua torbida e impetuosa”.
Stefano D’Oria
Complimenti, bella narrazione. Dalla foto credo di individuare il palazzo antistante piazza Monastero. Sbaglio?
La zona è quella vicino a via Giovanetti. Sulla sinistra si vede l’attuale palazzo del Municipio, ora in via San Pier d’Arena 34.